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Mons. Vegliò: ‘Regolare i flussi migratori e condannare i trafficanti di essere umani’

Dichiarazioni del presidente del consiglio Pontificio durante l’omelia di ieri - E’ necessario regolare la gestione dei flussi migratori. E’ quanto emerge dalle dichiarazioni di ieri del Mons. Vegliò, presidente del consiglio Pontificio a margine della veglia promossa dalla Comunità di Sant’ Egidio in occasione della Giornata mondiale dei rifugiati. La Chiesa cattolica “condanna ogni forma di traffico e sfruttamento degli esseri umani, tanto da ricorrere a parole dure come “crisi umanitarie” quando si parla di rifugiati “che hanno incontrato la morte nel lungo e sofferto cammino intrapreso per uscire dalla miseria, dall'oppressione, dalla violenza o dalla guerra”.

Nello stesso tempo – ha proseguito Vegliò - la Chiesa ''chiama tutti a prendersi le proprie responsabilità e a trovare soluzioni che non siano solo quelle di un inasprimento delle sanzioni contro gli irregolari e di una chiusura più ermetica delle frontiere. E’ necessaria una lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani, una programmazione razionale dei flussi di ingresso regolare, una maggiore disponibilità a considerare i singoli casi che richiedono interventi di protezione umanitaria oltre che di asilo politico; va tutelato, infine, il diritto al ricongiungimento familiare, garanzia di coesione e di stabilità per i singoli e per la società”.

Della stessa opinione anche Di Giovan Paolo, senatore del Pd, che rincara la dose contro l’operato dell’attuale governo e mette in risalto come sia necessario adottare un nuovo modello per la concessione della cittadinanza. “Le norme attuali sull'immigrazione costituiscono un inasprimento rispetto al passato e non facilitano l'integrazione. Per questo bisogna passare allo ius soli, ed evitare meccanismi come quello del permesso di soggiorno a punti che nei fatti esclude.

Ritorna poi sulle parole di Mons. Vegliò e conferma che i dati del Censis stabiliscono che “gli immigrati fanno parte della nostra società, sia in ambito economico, che culturale e naturalmente sociale. A loro bisogna dare anche diritti, oltre a pretendere doveri: dunque passiamo allo ius soli ed evitiamo percorsi ad ostacoli come il permesso a punti. Sono sicuro che avremo più risultati”.

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Venerdì, 18 Giugno 2010 - a.p.


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