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Emergenza Lampedusa, adesso Maroni è pronto ad iniziare i rimpatri

Oltre 300mila immigrati sarebbero, invece, pronti a partire per l'Italia - L'Italia non può sostenere questo flusso che sta arrivando dall'Africa. Frattini come Maroni chiede aiuto all'Europa affinchè ci sia un un fondo speciale di solidarietà da destinare ai Paesi che sopportano i maggiori flussi migratori per la crisi nordafricana. Con oltre 6mila immigrati arrivati in pochi giorni nelle coste italiane, la situazione è più grave del previsto, anche se non lo vengono a dire. La riunione del Ministro dell'Interno Roberto Maroni insieme ai colleghi di Francia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro ha dichiarato che "pochi hanno fatto richiesta d'asilo. Gli altri verranno ospitati nei Centri di Identificazione ed Espulsione (Cie) fino a quando non arriverà il nullaosta per il rimpatrio e poi verranno rimpatriati".

La crisi nordafricana, infatti, non è un problema che riguarda solo l'Italia ma coinvolge tutti i paesi europei. E' quello che ha dichiarato il Presidente della Commissione Europea. "Gli immigrati scappano ma non vogliono stare in Italia, che è un paese di transito. Il loro obiettivo è quelli di raggiungere la Germania, la Francia e l'Inghilterra".

Si parla di quasi 300mila profughi pronti a partire e questo sarebbe davvero l'esodo più consistente degli ultimi anni. Per questo il titolare del Viminale non vuole farsi trovare impreparato e ha dato mandato ai suoi collaboratori di cercare in tutte le regioni italiane struttre che potrebbero essere adibite a centri di accoglienza temporanea nel caso ce ne fosse bisogno. Ma "l'Europa ci deve aiutare" esorta lo stesso esponente della Lega. Per la questione dei rimpatri invece, ancora sono attivi gli accordi bilaterali con la Tunisia e con gli altri Paesi della sponda sud del Mediterraneo. "L’accordo con l’Egitto continua a funzionare bene - ha assicurato Maroni - quello con la Tunisia è più complicato, ci sono procedure lente per il riconoscimento e ci hanno imposti numeri bassi per i rimpatri, ma domani c’è una riunione a Palazzo Chigi per chiedere al nuovo governo tunisino di rinegoziare gli accordi".

"Noi siamo comunque pronti, - ha infine commentato Maroni - ma naturalmente, se ci dicono che ne possono accettare tre al giorno è un problema".

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Giovedì, 24 Febbraio 2011 - a.p.


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