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Negata dal comune la richiesta di diventare cittadina italiana, i giudici le danno ragione

Il Tribunale di Treviso ha affermato “se il matrimonio è valido per il tribunale del Marocco l'ordinamento italiano non può che prenderne atto” - La coppia di stranieri si era sposata con rito religioso in Marocco nel 1988 e da oltre 10 anni risiede in Italia. Il matrimonio è stato riconosciuto ai fini del ricongiungimento familiare, della paternità dei figli minori e delle detrazioni fiscali per i familiari a carico. Il marito e i figli sono già cittadini italiani, da qui parte la richiesta della moglie di diventare cittadina italiana. L'ufficio di stato civile del Comune di Crocetta del Montello non trascrive il matrimonio avvenuto in Marocco, secondo l'orientamento del Ministero dell'Interno, ritenendo che dall’atto marocchino non emerge la volontà dei coniugi a unirsi in matrimonio. L'ufficiale dello stato civile non era a conoscenza che la legge marocchina non richiede l'espressione del consenso degli sposi, ma solo la testimonianza di 12 persone.
Per tale motivo, il Tribunale di Treviso avrebbe di fatto sconfessando le indicazioni contenute nel " Massimario per l'Ufficiale di Stato Civile" del Ministero dell'Interno, ed ha dato ragione alla coppia marocchina stabilendo che l'unione deve essere trascritta, riconoscendo invece la validità delle norme di diritto internazionale privato, aprendo la strada alla moglie per la richiesta di cittadinanza italiana.

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Mercoledì, 18 Maggio 2011 - a.p.


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