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Ribellarsi alle condizioni disumane nei Cie è legittima difesa: sentenza storica

Tre casi simili hanno portato alla sentenza di assoluzione dei cittadini senza documenti - La sentenza trae origine da tre vicende umane relative ad un cittadino marocchino che viveva con la famiglia a Gioia Tauro quando la polizia lo ha trovato sprovvisto di documenti e portato nel Cie di Isola Capo Rizzuto, ove come lui stesso racconta permaneva in condizioni igieniche precarie e in ristrettezza di pasti e di luoghi all’aria aperta;
allorchè nell’Ottobre 2012 scopriva che sua madre era in coma, di visitarla ma il permesso gli veniva negato e protestava contro le suddette condizioni di vita.
La seconda vicenda riguarda un cittadino algerino che viveva e lavorava a Viareggio, veniva sorpreso senza documenti e poi portato nel centro di Isola Capo Rizzuto. Anche lui ha raccontato al giudice delle condizioni di vita precarie nel centro (asciugamani e lenzuola mai cambiati ,tutti costretti a mangiare per terra, ecc aggiungendo che l’udienza di convalida si era svolta senza interprete, il 9 ottobre 2012, durante le "operazioni di bonifica" del centro, si ribellava.
La terza vicenda concerne un cittadino tunisino che viveva in Italia da molti anni con la sua compagna, incinta di pochi mesi, anche lui sprovvisto di documenti, veniva portato in manette nel Cie di Isola Capo Rizzuto; anche lui raccontava di condizioni disumane del centro ed anche lui si ribellava, così hanno lanciato sassi e calcinacci all’indirizzo del personale di vigilanza del centro. Sono stati poi arrestati e imputati di danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, il Tribunale di Crotone ha ritenuto provati i fatti contestati ma li ha assolti per legittima difesa.

La sentenza del Tribunale di Crotone segna un punto di non ritorno nella giurisprudenza italiana sui presupposti e sulle condizioni del trattenimento: la logica del Tribunale è pregnante perché si basa sulle fonti sovranazionali che regolano la detenzione amministrativa degli stranieri irregolari, valutando illegittimi i provvedimenti di trattenimento degli imputati nel Cie, in quanto adottati in violazione degli artt. 15 e 16 della direttiva europea sui rimpatri 2008/115/CE, la quale prescrive che il trattenimento dello straniero irregolare possa venire disposto solo quando ogni altra misura meno afflittiva risulti inadeguata, pena la nullità del decreto di trattenimento.

Il Tribunale di Crotone ha poi considerato le condizioni di vita nel centro – che la sentenza definisce "lesive della dignità umana" – configurano una violazione dell’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti Umani (CEDU).
Dunque se gli imputati sono stati privati della loro libertà personale in modo illegittimo e per di più fatti vivere in condizioni contrarie alla dignità umana, la loro rivolta nel Cie è da considerarsi legittima difesa, cioè proporzionata all’offesa ingiustamente subita.

Sentenza n. 1410 del 12 dicembre 2012 Tribunale di Crotone




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Giovedì, 10 Gennaio 2013 - avv. MariaGrazia Stigliano


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