Scarcerati i marinai tunisini


Cinque marinai, lasceranno il carcere di Agrigento, mentre per i comandanti dei due motopesca il Tribunale ha disposto gli arresti domiciliari

lasicilia.it

Il Tribunale di Agrigento ha deciso la scarcerazione dei sette marinai tunisini arrestati l'8 agosto scorso con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, dopo avere soccorso 44 immigrati che avevano fatto naufragio nel Canale di Sicilia. I marittimi, a bordo di due motopesca della flotta di Monastir, erano approdati a Lampedusa nonostante il divieto da parte della Capitaneria.

Cinque marinai, fra poche ore, lasceranno il carcere di Agrigento, mentre per i comandanti dei due motopesca il Tribunale ha disposto gli arresti domiciliari presso un centro religioso gestito dai padri comboniani a Licata. Anche il Pubblico ministero ha espresso parere favorevole all'istanza presentata dalla difesa; l'accusa aveva già annunciato l'intenzione di modificare il capo di imputazione, contestando esclusivamente ai marittimi l'ingresso illegale senza fini di lucro.

Soddisfazione è stata espressa dai legali, gli avvocati Leonardo Marino e Giacomo La Russa e dal parlamentare europeo di Rifondazione comunista, Giusto Catania, che si è battuto per la liberazione dei sette tunisini, raccogliendo anche le firme di oltre un centinaio di colleghi a Bruxelles.

"Siamo lieti di apprendere l'accettazione dell'istanza di scarcerazione per i sette pescatori tunisini. La loro liberazione è il primo atto di risarcimento nei confronti di persone che hanno fatto ingiustamente più di un mese di galera". Lo afferma Giusto Catania, eurodeputato di Rifondazione comunista e vice presidente della commissione Giustizia del Parlamento europeo.