Amato: necessaria intesa con Islam come gia' per chiesa cattolica


Dichiarazione del ministro dell'interno

interno.it

Il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, sottolinea l'esigenza di siglare un'intesa con i musulmani in Italia perché, fino a quando non ci sarà una legge, l'Islam sarà libero di stare in un limbo nel nostro Paese.

Parlando di immigrazione alla festa dell'Udc di Chianciano Terme, il titolare del Viminale ha osservato: "Non mi va che chiunque arriva qui dice 'io faccio l'imam' e io non so neanche chi sia, ma se voglio evitare questo mi serve un'intesa con i musulmani, come ce l'ho con la Chiesa cattolica. Oggi in Italia gli islamici sono i soli ad essere ancora regolati dalla legge sui culti ammessi che risale agli anni Trenta e che accompagnò il Concordato". In questo modo gli islamici "sono liberi di stare in un limbo". E si sviluppa "un mondo ignoto di predicatori coranici rispetto al quale io non posso fare nulla".

"Bisogna avere rapporti aperti con l'Islam - ha agginto Amato - è una religione come le altre, trattiamola come le altre". Quindi, ha sottolineato: "Gli islamici non sono tutti terroristi. Attenzione a non fare, rispetto a loro, l'errore che si fa quando si dice che gli italiani sono tutti mafiosi. E' mia responsabilità discernere un islamico da un terrorista, ma è responsabilità vostra - ha detto rivolgendosi alla platea - diffidare di qualsiasi islamico solo perché può essere un terrorista".

Il ministro dell'Interno è quindi tornato sulla questione delle donne nel mondo musulmano paragonando la loro condizione a quella delle donne in alcune famiglie del meridione in Italia nel secolo scorso. "Le nostre donne hanno sofferto una cultura che nascondendosi dietro alla religione era in realtà potere monarchico del maschio nella società. Non è colpa del Corano, perché altrimenti la mia famiglia d'origine (siciliana, ndr) allora dovrebbe essere coranica, ma era cattolica. Ora non c'è più Mastroianni, non c'è più 'il divorzio all'italiana', ma c'è stato. Non era un divorzio musulmano, era un divorzio molto italiano e anche un po' terrone", ha concluso ironico.