DNA: banca dati è prevista anche dal trattato di PRUM


L'Italia si dovrebbe dotare di una banca dati nazionale del dna.

stato-oggi.it

Ci sono anche precisi impegni internazionali dietro l’accelerazione del disegno di legge che dovrebbe dotare l’Italia di una banca dati nazionale del dna.

Lo scorso 18 luglio scorso una risoluzione del Comitato parlamentare sull’applicazione dell’accordo di Schengen aveva infatti impegnato l’esecutivo a prendere entro il 30 settembre “tutte le iniziative volte alla ratifica del Trattato di Prum”, l’accordo sottoscritto nel luglio 2006 da Italia, Belgio, Spagna, Francia, Lussemburgo, Austria e Paesi Bassi che prevede la collaborazione transfrontaliera tra le polizie degli Stati firmatari per il contrasto alla criminalita’ organizzata, al terrorismo internazionale ed all’immigrazione clandestina.

Snodo chiave di questa collaborazione e’ l’interconnessione tra le rispettive banche dati nazionali delle impronte digitali e del dna: ma mentre l’Afis, il nostro archivio elettronico delle impronte, funziona da oltre un decennio, siamo gli unici in Europa - con greci e irlandesi - a non avere ancora un database del dna. Tanto per fare un esempio, nella banca dati del dna della Gran Bretagna, attivata molti anni fa, sono gia’ presenti oltre 2 milioni di profili.