Amato a Firenze: scelta di declino chiudersi all'immigrazione


Chiudere il Paese all'immigrazione sarebbe una scelta che condanna il Paese al declino.

a.p.

Lo ha detto oggi il ministro dell'Interno Giuliano Amato, intervenendo a Firenze al convegno sull'immigrazione "Verso una società multiculturale".

"Decidere di chiuderci all'immigrazione significa decidere che in un mondo che cambia, l'Italia ha scelto il proprio declino demografico, culturale e politico", ha detto Amato. "Conservare la nostra identità senza ulteriori addizioni significa conservare una diversità declinante. E' accaduto in passato e può accadere ancora. Se non vogliamo che questo accada, dobbiamo impegnarci seriamente in politiche di integrazione e interazione", ha aggiunto il ministro.

"E' grottesco pensare che l'immigrato clandestino abbia un Dna che lo fa delinquere più del regolare... il clandestino delinque di più perché è sottoposto al ricatto di chi lo usa come manovalanza dl crimine", ha detto ancora il ministro.

"E' una vergogna quel che accade in alcuni comuni del Nord, dove finché lavori otto ore in fabbrica sei benvenuto, poi devi sparire e non hai più diritti".

Amato ha anche criticato quanti vorrebbero vietare il velo islamico come simbolo di sottomissione.

"Dobbiamo mettere da parte il velo dell'ideologia ogni volta che parliamo di un velo islamico. In certe occasioni il velo è prova di prevaricazione dell'uomo sulla donna, in altre è prova di un senso identitario. Vietarlo a priori significa imporre una propria ideologia imperialista".

Il ministro dell'Interno ha anche preannunciato che martedì prossimo parlerà del pacchetto sicurezza alla Commissione Affari costituzionali del Senato.

Nel corso del convengo, si è svolta a Firenze una manifestazione di contestazione da parte di circa un migliaio di esponenti della sinistra radicale, che hanno scandito slogan contro lo stesso Amato ed il sindaco di Firenze Leonardo Dominici, preso di mira per l'iniziativa di vietare l'attività dei lavavetri ai semafori che spesso si trasformano in questuanti molesti.