EASAC: necessaria un'assistenza sanitaria migliore per gli immigrati


Gli effetti dell'immigrazione sulla salute pubblica non hanno ottenuto grande attenzione a livello politico

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Lo European Academies Science Advisory Council (EASAC) esorta a migliorare il sistema di screening sanitario e di cura per gli immigranti che entrano nell'Unione europea, nonostante molti di loro siano giovani e in buona salute, in alcuni gruppi le malattie infettive possono essere più comuni, dichiara l'EASAC in una relazione pubblicata il 18 settembre; il documento sottolinea inoltre che attualmente mancano dati complessivi.

«Gli effetti dell'immigrazione sulla salute pubblica non hanno ottenuto grande attenzione a livello politico», ha affermato Volker ter Meulen, presidente dell'Accademia Leopoldina delle Scienze (Germania), e presidente del gruppo di lavoro che ha curato la stesura del documento. «Occorre un processo di screening e cura che determini la portata del problema e lo affronti, mentre si continua a consentire libero accesso agli immigranti nell'Unione europea».

Se nel corso del processo di screening venisse individuata una malattia, non dovrebbe essere utilizzata come motivo per negare l'accesso all'Unione europea, dato che «potrebbe dissuadere le persone dal sottoporsi allo screening o incoraggiare l'immigrazione clandestina», sottolinea il dottor ter Meulen. «Questo aumenterebbe la diffusione della malattia. È necessario porre l'accento sulla garanzia di una cura efficace», aggiunge. Gli Stati membri dovrebbero garantire che gli immigrati abbiano le stesse possibilità di accesso al sistema sanitario del resto della popolazione.

Secondo la Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive (ESCMID), alcune infezioni che si stanno diffondendo nelle grandi città europee sono legate all'immigrazione. Per esempio, l'aumento dei casi di tubercolosi in Spagna e in Grecia sembra essere collegato alla crescente immigrazione da Asia, Africa e America latina. Tuttavia, la tubercolosi è spesso il risultato di pessime condizioni di vita e mancanza di accesso al sistema sanitario. Quindi, in termini di popolazione, la probabilità per i migranti di contrarre malattie è sproporzionatamente elevata.

Al fine di affrontare la sfida delle malattie contagiose in un mondo in cui i modelli di diffusione sono cambiati di pari passo con i modelli di viaggio, l'EASAC individua anche la necessità di migliorare la raccolta di informazioni. I dati aggiuntivi sono necessari per determinare:

- la portata delle malattie infettive in gruppi di immigranti;

- la natura e il grado del rischio per la salute pubblica derivante dall'immigrazione;

- la natura delle disuguaglianze in materia di salute tra gli immigranti e il resto della popolazione;

- l'efficacia di approcci di screening alternativi.

Secondo l'organizzazione, la raccolta di questi dati potrebbe essere largamente facilitata se a livello europeo venisse introdotta una serie standardizzata di protocolli per la sperimentazione e l'assistenza sanitaria. Inoltre, l'EASAC dichiara che l'Unione europea dovrebbe assumere un ruolo di guida nel rafforzamento della capacità della sanità pubblica nei nuovi Stati membri dell'Unione europea e nei paesi in via di sviluppo.

La relazione dell'EASAC precede una conferenza organizzata per il 27 settembre 2007 dall'attuale Presidenza portoghese dell'Unione europea. Tale conferenza, dal titolo «Salute e migrazione nell'UE: una salute migliore per tutti in una società inclusiva», intende analizzare la demografia dei flussi migratori nell'Unione europea e valutare le politiche sanitarie degli Stati membri.

La Presidenza portoghese ha fatto dell'attuazione di un «approccio globale alla migrazione» una delle sue priorità, sottolineando, tra l'altro, l'importanza di un dibattito sul rapporto tra migrazione e salute.