Rapporto annuale UNHCR sulla protezione
Le politiche di sicurezza minacciano i diritti dei rifugiati
unhcr.org
La responsabile protezione dell’Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha sottolineato come il funzionamento dei
sistemi d’asilo sia dettato da preoccupazioni legate alla sicurezza in un
numero crescente di paesi, con una tendenza allarmante alla
marginalizzazione dei diritti.
Erika Feller, Assistente Alto Commissario per la Protezione, ha presentato i
punti più importanti del rapporto annuale dell’UNHCR sulla protezione
internazionale nel corso della riunione annuale del Comitato Esecutivo
dell’Agenzia, composto da rappresentanti di 72 stati.
“Le zone di confine destano particolare preoccupazione a causa della
pressoché totale assenza di monitoraggio delle operazioni di intercettazione,
di ingiunzione a non entrare nel proprio territorio e di respingimento. Il
funzionamento dei sistemi d’asilo è dettato da preoccupazioni legate alla
sicurezza in un numero crescente di paesi”, ha detto Feller ai delegati, “e
questo sta contribuendo al diffondersi di un modo di pensare che vede i diritti
relegati sempre di più ai margini”.
La detenzione arbitraria, inclusa quella dei bambini, e la gestione dei centri di
detenzione da parte di enti non statali, una tendenza sempre più diffusa
divenuta una vera e propria industria in alcuni paesi, sono tra gli aspetti più
preoccupanti su cui si sofferma il rapporto UNHCR.
“La creazione di una lobby economica che si battesse per la detenzione di
migranti e richiedenti asilo ha minato alle fondamenta i seri sforzi messi in
atto per ideare alternative alla detenzione”, ha affermato Feller. “Ciò ha
contribuito a rendere sempre meno chiare le distinzioni tra i detenuti rifugiati
e quelli che non necessitano di protezione”.
In alcune regioni, dove gli stati applicano i criteri della Convenzione sui
Rifugiati del 1951 in maniera discontinua, ha aggiunto Feller, l’asilo è divenuto
una “lotteria”.
“Il tasso di riconoscimento dello status di rifugiato, che varia in maniera
estremamente significativa tra gli stati, è un indizio importante di questa
tendenza”, ha proseguito Feller, rivolgendosi ai delegati. “Dai dati emerge con
chiarezza che le persone che fuggono dall’Iraq, dallo Sri Lanka o dalla Somalia
hanno possibilità di trovare protezione estremamente diverse a seconda di
dove hanno presentato domanda d’asilo”.
Le preoccupazioni legate alla sicurezza e la detenzione arbitraria, senza
l’applicazione del principio del habeas corpus o la convalida del fermo da parte
dell’autorità giudiziaria, stanno gettando i richiedenti asilo in un limbo legale
in un numero consistente di paesi…”, ha aggiunto Feller.
La protezione dei rifugiati nel contesto dei flussi migratori misti nel
Mediterraneo, nel Golfo di Aden, ai Carabi ed in altre zone del mondo, ha
proseguito Feller, è, per l’UNHCR, una priorità assoluta e una importante sfida
di lunga durata per quanto riguarda la protezione.
Secondo Erika Feller “dobbiamo ancora trovare un accordo con gli stati per
quanto concerne i confini marittimi. Gli stati, infatti, ad oggi negano ancora lo
sbarco a migranti e richiedenti asilo e le imbarcazioni a volte si rifiutano di
effettuare salvataggi. C’è una preoccupante mancanza di sistemi che bilancino
in maniera corretta la gestione dei flussi migratori e la protezione dei
rifugiati”.
Nel rapporto dell’UNHCR viene dato spazio alle note positive relative al 2006,
come il fatto che oltre 700mila rifugiati siano potuti tornare a casa l’anno
scorso. Inoltre viene evidenziato come le tendenze in atto per quanto riguarda
il reinsediamento – il trasferimento di rifugiati in paesi terzi - siano per lo più
positive e che vi sia un aumento nel numero di paesi d’accoglienza. Feller ha
sottolineato, tuttavia, come sia fonte di preoccupazione per l’Agenzia il fatto
che si stia formando una categoria di persone ritenute “intoccabili” dai paesi di
reinsediamento.
“Sempre di più, alcuni gruppi di rifugiati stanno diventando semplicemente
degli indesiderabili per i paesi di reinsediamento. Lo status di rifugiato di
queste persone ed i loro bisogni in termini di protezione sono fuori
discussione, ma quello che viene contestato è l’essere considerati poco
desiderabili dagli stati d’accoglienza. Tra gli ‘intoccabili’ vi sono gruppi etnici
ritenuti politicamente scomodi, persone anziane che si teme possano divenire
un peso per le casse dello stato, le famiglie numerose, la cui presa in carico è
ritenuta troppo onerosa, gli uomini soli, visti come una minaccia per l’ordine
pubblico, o i rifugiati dal livello d’istruzione bassa, che potrebbero aver
bisogno di tempi più lunghi per integrarsi”.
Meno dell’uno per cento dei rifugiati nel mondo beneficia dei programmi di
reinsediamento ogni anno. Ciononostante, il reinsediamento è una importante
soluzione duratura per i rifugiati e dimostra la condivisione delle responsabilità
da parte degli stati.
Feller ha aggiunto, a questo proposito, che una condivisione equa delle
responsabilità da parte degli stati non si è ancora concretizzata.
“Ad esempio, ciò è dimostrato in maniera molto netta dal numero di rifugiati
iracheni che arrivano nei paesi confinanti, dallo scarno riconoscimento del
peso che, a causa di ciò, devono sopportare paesi come la Siria, e
dall’approccio troppo titubante della comunità internazionale, restia ad aiutare
questi paesi. Si tratta del movimento di popolazione che aumenta in maniera
più rapida tra quelli cui dobbiamo attualmente far fronte. Senza un sostegno
efficace per gli stati ospitanti, la protezione in questi paesi potrebbe rimanere
sulla carta”, ha concluso Feller. Stando a quanto risulta dalle fonti
dell’Agenzia, lunedì 1° ottobre la Siria, che ospita oltre 1,5 milioni di rifugiati,
sembrava aver chiuso quasi del tutto il proprio confine ai rifugiati iracheni.
Il testo completo del discorso dell’Assistente Alto Commissario Erika Feller è
disponibile sul sito dell’UNHCR, www.unhcr.org, insieme alla Note on
International Protection (Nota sulla Protezione internazionale), che si trova
all’indirizzo:
http://www.unhcr.org/excom/EXCOM/46939b882.pdf