Il click day svela che l'Italia ha bisogno degli immigrati


Ferrero: cambiare subito la legge

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Far saltare il tetto dei 170 mila ingressi; subito un nuovo decreto flussi che risponda alle reali esigenze del paese di lavoratori stranieri; prendere atto dell' impossibilità di formare le graduatorie: sono, in sintesi, le questioni urgenti che patronati e sindacati sottopongono al governo il giorno dopo il primo dei tre 'click day' che ha visto un boom di domande (oltre 350 mila a fronte a 45mila ingressi autorizzati per quel giorno) e lentezze nel sistema informatico. Le difficoltà di sabato sollevano timori per il 18 dicembre, quando sempre dalle 8 del mattino, si potranno inviare le richieste di assunzione di colf e badanti dei paesi che non hanno siglato accordi di cooperazione. È atteso un altro assalto al sistema ed altri disagi.

Intanto, il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ribadisce la necessità di approvare la nuova legge per evitare clandestinità. «La quantità di domande arrivate - sostiene - ci dice che le esigenze del paese reale sono molto alte, al di là delle campagne folli della destra. Dobbiamo approvare una nuova legge altrimenti continueremo a stare nell' emergenza e a produrre nuovi clandestini». La nuova legge a firma Ferrero-Amato prevede infatti nuove modalità di ingresso, più flessibilità per incontrare la domanda e l'offerta, programmazione dei flussi d'ingresso triennale, permesso per ricerca di lavoro, ritorno dello sponsor. Un modo di modellare gli ingressi, dunque, sulle reali esigenze della società, come già ha sollecitato il sottosegretario all'Interno, Marcella Lucidi.

«Il Governo - aveva detto - ha già indicato i suoi obiettivi nel testo di riforma Amato-Ferrero per favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, disporre di una conoscenza attendibile e verificabile del reale fabbisogno occupazionale del nostro Paese, valutare la conseguente sostenibilità numerica di nuovi ingressi di lavoratori extracomunitari».

Restano vivaci le polemiche sulla procedura telematica adottata per l'invio delle domande per il decreto flussi e la Cgil ipotizza un contenzioso per violazione delle pari opportunità degli aspiranti datori di lavoro. «Si è visto - afferma il responsabile immigrazione del sindacato, Piero Soldini - che i privati sono stati facilitati rispetto ai patronati. Come dirimere la questione delle graduatorie quando uno sa di aver inviato ad una certa ora ed ha ricevuto l'ok dell'invio ore dopo? Crediamo che il governo debba dare rassicurazioni, dire che tutte le domande che hanno i requisiti verranno accolte. Su questo c'è l'impegno del sottosegretario Lucidi di prendere in considerazione la cosa, ma non è ancora giunta alcuna dichiarazione formale. Un nuovo decreto flussi è l' unica soluzione di buon senso per far fronte a tutto il contenzioso che si sta creando».

«Ieri stati privilegiati i privati. Fino alle 15-16, i patronati sono stati praticamente tagliati fuori - ribadisce Raffaele Minelli, presidente dell'Inca-Cgil - noi chiediamo che sia rivisto in fretta il sistema degli accessi così come debba essere fatto subito un nuovo decreto flussi. È troppo alta la sproporzione fra domande e disponibilità». «Tanti se la prendono con noi - dice Guglielmo Loy, segretario confederale Uil - e non è gradevole visto che noi non c'entriamo niente ma che anzi abbiamo fatto un gran lavoro». E il 18, a suo avviso, «si ripete. Ecco perchè un altro decreto deve essere rapido. Va affrontato il dato politico evidente sull'esigenza dei lavoratori stranieri ed anche il numero degli irregolari è sopra ogni stima. Domani chiederemo un incontro al Viminale. Vogliamo definire tecnicamente le cose e stabilire se ci sono state rispettate le pari opportunità». Michele Consiglio delle Acli segnala che l'incognita ora riguarda le e-mail di risposta (che devono arrivare entro 24 ore dall'invio della domanda) che vale per la formazione delle graduatorie.