Un immigrato omosessuale non può essere espulso dall´Italia, se nel Paese d´origine rischia la galera.


Sentenza della Cassazione

a.p.

E´ quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, con la sentenza 2907.
Protagonista del caso, all´esame dalla I Sezione Penale, è un clandestino rimasto in Italia nonostante l´ordine d´espulsione. Il Tribunale di Modena ha assolto il ragazzo perché nel suo Paese d´origine (Marocco) la sua omosessualità sarebbe oggetto di persecuzione.

La Cassazione ha però accolto il ricorso del procuratore, perché i giudici modenesi non avrebbero adeguatamente dimostrato la nazionalità del ragazzo, né che in Marocco esistano davvero leggi che perseguitano i gay.
Nel nuovo giudizio, il giudice dovrà ora verificare se «alla stregua del codice penale marocchino sia penalmente sanzionata l´omosessualità come pratica personale e non soltanto la manifestazione esteriore di impudicizia sessuale».
In quest´ultimo caso, insiste la Cassazione, «non sussisterebbe il rischio grave e inaccettabile di persecuzione» tale da giustificare la disobbedienza all´ordine di allontanamento. Ciò detto, la Cassazione ribadisce comunque il principio che un immigrato espulso può rimanere in Italia, se è omosessuale e può essere penalmente perseguito nel suo Stato.

Viene così avallata un pratica ormai comune tra le 7 commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato, che da tempo contemplano l´omosessualità tra le ragioni di concessioni di un permesso di soggiorno per ragioni umanitarie.