Immigrati, in un solo anno trentamila in più. - In pole position Reggio e Piacenza


Otto cittadini su 100 nelle città della via Emilia sono stranieri: e la metà sono donne

La gazzetta di reggio

«L’apparato produttivo assorbe la manodopera. Qui ci sono buoni servizi e vivibilità»

Agli inizi degli anni Novanta erano solo 32mila, attestati nelle produttive città della via Emilia. Oggi quasi 8 cittadini su 100 sono stranieri: sono 328.079 i residenti accertati al 1º gennaio del 2007, con una crescita di oltre 29 mila unità rispetto allo scorso anno.

«Gli stranieri scelgono l’Emilia-Romagna perché c’è lavoro, buoni servizi e città vivibili» spiega Joseph Walker, sindacalista della Cgil di origine ghanese. Questo flusso migratorio è determinato da due fattori: la tenuta e lo sviluppo dell’apparato produttivo regionale che richiede e assorbe la manodopera e la forte tendenza al ricongiungimento familiare.

Nel 2006 sono aumentati i residenti di sesso femminile dell’11% rispetto al 9,1% dei maschi. Si tratta di 15.427 donne sui 29.066 nuovi arrivi con le punte più elevate a Ferrara e a Piacenza.

La lettura di queste statistiche conferma il deciso riequilibrio rispetto alle prime ondate migratorie a prevalenza maschile.

Le province leader dell’immigrazione femminile sono Reggio Emilia (8,7%) e Piacenza (8,3%). Il radicamento dei nuclei familiari determina una maggiore scolarizzazione e un rafforzamento della volontà di inserimento imponendo alle comunità straniere un maggior impegno verso un’effettiva integrazione, non solo di facciata.

E’ ancora Reggio Emilia la provincia con la percentuale di stranieri più elevata della regione (anche una delle prime cinque in Italia): il 9,3%, seguita da Modena (8,9%), Piacenza (8,8%) e Parma ((8,1%). Inferiore alla media regionale Ravenna (7%), Forlì-Cesena (6,8%), Rimini (6,7%), Bologna (6,9%) e Ferrara (4,4%). Ma è il capoluogo estense a far segnare nel 2006 l’aumento percentuale più consistente, segno di uno spostamento del flusso degli immigrati dall’intasata via Emilia: Ferrara registra un aumento di stranieri residenti del 15,7% (pari a 2104 persone) seguita da Piacenza (13,1%, 2820 persone), Rimini (12,9%, 2253 persone).

Bologna è la provincia dove risiede la maggior parte di immigrati: sono 65.831, pari al 20,7% del totale degli stranieri in regione, seguita dai 59.946 di Modena (18,8%) e dai 46.757 di Reggio Emilia (14,7%). Il 54% di tutti gli stranieri risiede in queste tre province, dove più dinamico e articolato è l’apparato produttivo.

La comunità marocchina (al 1 gennaio 2006) è la più numerosa, seguita da quella albanese, rumena, tunisina, cinese e ucraina.

Le attività lavorative si concentrrano nell’edilizia, nel settore manifatturiero, tessile, meccanico e nell’assistenza come le badanti. L’Istat ha nei giorni scorsi fotografato il fenomeno dell’immigrazione in Italia, cresciuto in modo massiccio anche se con dati inferiori a quelli dell’Emilia-Romagna. Il dato nazionale di residenti è attestato al 4,7% (poco più della metà di quello regionale). L’88% degli stranieri nel 2006 risiedeva nel centro-nord, (un quarto in Lombardia) inserito pienamente nel mercato del lavoro: il tasso di attività è del 73,7%, superiore di 12 punti percentuali rispetto alla media italiana.

La conferma viene anche da un dato emiliano-romagnolo dove si registrano oltre ottomila imprese artigiane costituite da stranieri, di cui 6090 nelle costruzioni.

Ci sono anche i dati negativi: nazionalmente gli stranieri sono il 32% dei carcerati el 21% di imputati per fatti delittuosi. La percezione d’insicurezza è anche questo.