L'associazionismo in emigrazione; rappresentanza e nuove generazioni


Si è svolto un convegno l’11 giugno (a Bologna) su iniziativa della Consulta Nazionale dell’Emigrazione (CNE), promossa da diverse associazioni tra le quali la Fondazione Migrantes.

Migranti-press

Su questo tema Aprendo i lavori del convegno il Presidente della CNE Rino Giuliani ha sottolineato l’importanza e il ruolo delle associazioni italiane oggi nel mondo. “È essenziale - ha detto - trovare una comune base di propositi condivisi di tutto l'associazionismo, da quello regionale e locale a quello nazionale”.

Per questo ha annunciato altri due incontri - per il Centro ed il Sud Italia - da tenersi entro la fine dell’anno con la partecipazione dei responsabili regionali per l’emigrazione.
E proprio del ruolo delle regioni e del coinvolgimento dei giovani italiani all’estero si è occupata Laura Garavini nella sua relazione incentrata sulle politiche per l’emigrazione nel nostro Paese.
“Solo attraverso un maggiore coinvolgimento dei giovani - ha detto la Garavini - è possibile ottimizzare al meglio ogni politica regionale all'emigrazione. Siamo convinti che giovani e associazioni siano un binomio inscindibile per promuovere la rivalutazione del fenomeno migratorio. Riteniamo che il modo migliore per raggiungere i giovani sia ricorrere all'associazionismo e che solo puntando sui giovani sia ipotizzabile garantire il futuro dello stesso associazionismo”.

Soffermandosi poi sulle politiche regionali Garavini ha fatto notare che quasi la metà delle Regioni italiane, a livello legislativo, in materia di emigrazione, “non tratta la questione giovanile e ben otto Regioni non citano neppure la parola giovani all'interno delle propria legge per i corregionali emigrati all'estero”.

“Se si osservano i siti Internet regionali - ha poi aggiunto - tredici Regioni non trattano il tema dell'emigrazione, sette prevedono la presenza di giovani all'interno della Consulta regionale dell'emigrazione e solo tre hanno istituzionalizzato una vera e propria Consulta di giovani corregionali all'estero”.

La questione dell’emigrazione italiana - ha spiegato Garavini - é stata “una tematica marginale sul palcoscenico delle questioni interne italiane” mentre “noi crediamo che vada rivalutata attraverso un modo nuovo di concepirla e di gestirla. Non si può continuare a interpretare la nostra emigrazione come qualcosa di antico e negativo: oggetto di sofferenze e assistenzialismo”.

Al contrario l'emigrazione italiana all'estero deve “entrare nell'immaginario collettivo come motore che può azionare processi di internazionalizzazione e, quindi, può diventare un vero e proprio soggetto di sviluppo e di crescita per il nostro Paese da più punti di vista: economico, culturale, scientifico. È necessario uno sforzo congiunto di tutte le parti in causa affinché l’emigrazione non sia più vista come cenerentola, ma venga interpretata come occasione e come opportunità”.

Durante il convegno il vicepresidente dell’Ucemi (Unione Cristiana Enti tra e per i Migranti Italiani che opera nell’ambito della Fondazione Migrantes), Luigi Papais, ha annunciato un progetto di accoglienza dei circa 15.000 giovani italiani che arriveranno a Sidney, in Australia, per la Giornata Mondiale della Gioventù (luglio 2008).

L'obiettivo del progetto - ha spiegato Papais - è quello di far incontrare i giovani italiani con migliaia di coetanei di origine italiana che vivono in Australia e in altre parti del mondo. Per questo sarà chiesto alle famiglie degli italiani residenti in Australia di ospitare nelle loro case i giovani pellegrini provenienti dall’Italia. Una occasione - ha detto il rappresentante dell'Ucemi – che valorizza la risorsa famiglia e permette ai giovani lo scambio di esperienze con i loro coetanei ed un confronto di condivisione culturale e spirituale”.

Papais ha anche sottolineato il ruolo che rivestono ancora oggi le Missioni Cattoliche Italiane all’estero e le premure della Chiesa Italiana per assicurare l’assistenza religiosa per i nostri emigrati.