Crescono denunce violenze sessuali - I dati del Rapporto sulla sicurezza 2006 del Viminale


Meno omicidi, uno su tre commesso da stranieri

corriere della sera

Meno omicidi e più rapine. Quasi sette milioni di donne che hanno subito violenza fisica e sessuale almeno una volta nella vita (un milione e 150 mila solo nel 2006).

Oltre 200 minacce terroristiche esaminate in un anno. E un italiano su 4 che non si sente sicuro quando cammina da solo per strada. È il "Romanzo Criminale" di 40 anni di reati in Italia quello presentato dal ministero dell'Interno. Uno studio che indica, con un taglio sociologico più che statistico, le tendenze della criminalità dal 1968 a oggi. E che parla di un paese in cui gli omicidi in ambito familiare o "passionali" sono più numerosi di quelli di mafia o per rapina; dove più di un terzo delle donne hanno subito maltrattamenti o violenze - in genere dal partner - e dove gli immigrati irregolari sono spesso responsabili di borseggi e rapine. Dal 1968 - anno emblematico, quello della rivolta giovanile in mezzo mondo - gli omicidi sono cresciuti anni dopo anno, per arrivare al picco del 1991 e poi tornare a diminuire, indicano le tabelle del Rapporto voluto dal ministro dell'Interno Giuliano Amato e realizzato dal Viminale con un gruppo di ricercatori guidati dal noto sociologo Marzio Barbagli. Sedici anni fa, su 1.901 omicidi censiti, oltre 700 furono attribuiti alla criminalità organizzata.

Nel 1992, anno in cui scoppiò Tangentopoli, i morti ammazzati erano 1.441, 340 dei quali morti per mano di gruppi criminali. L'anno scorso, i morti erano 621, 192 dei quali, quasi un terzo, all'interno delle famiglie o per motivi di «passioni amorose», indica il rapporto. Non è una cifra da record: nel 2002 erano 211, dicono le statistiche. Ma quel che conta è la tendenza. Per quanto riguarda questo tipo di omicidi, commessi dal 2001 al 2006, «nella maggioranza dei casi è il coniuge, il convivente o il fidanzato maschio ad uccidere la propria compagna».

Oppure quando è il maschio a essere vittima, l'autore dell'omicidio è più spesso il padre. E gli omicidi commessi da mafia, camorra, 'ndragheta e altri gruppi? Sono diminuiti ma non spariti, se nel 2006 se ne contavano 126. Le ragioni di questo calo, ha spiegato Amato durante la presentazione, stanno «da una parte nell'azione repressiva delle forze dell'ordine, dall'altra nella 'pax mafiosa', nel cambio di passo della mafia... che è diventata un imprenditore attento a riciclare lauti profitti». Insomma, specie in Sicilia, le mafie continuano a fare affari, ma uccidono meno perché non ce n'è bisogno, e per non attirare troppo l'attenzione.

VIOLENZA IN FAMIGLIA

Se la famiglia sembra essere oggi uno degli ambiti in cui si esercita maggiormente la violenza, sono soprattutto le donne a essere vittime, come dimostrano abbondantemente, e impietosamente, i dati del Viminale.

Lo stesso Amato ammette di essere «rimasto assolutamente sconvolto sul capitolo sulla violenza contro le donne» «E' impressionante. Sono 6 milioni 743mila, pari al 31,9% della classe d'età considerata, le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita», dice il rapporto.

Quasi 4 milioni quelle che hanno subito violenze fisiche, un milione in più quelle che hanno denunciato violenze sessuali, e tra loro un milione di donne stuprate. Nel 62,4% dei casi a commettere violenze fisiche è il partner. E la percentuale sale se si tratta di stupri o violenze sessuali. I dati sulla violenza in famiglia e contro le donne fanno dire al ministro: «mi trovo in difficoltà quando sostengo l'estraneità alla nostra civiltà della supremazia dell'uomo sulla donna, teorizzata in nome dell'Islam, sbagliando, da alcuni».

È difficile, sembra dire il ministro, fare la morale sui diritti delle donne agli immigrati quando poi in Italia contro le donne si esercita tale violenza.

IMMIGRATI IRREGOLARI COMMETTONO PIU' REATI

Il comportamento criminale di una percentuale significativa di immigrati irregolari e clandestini è uno degli altri punti forti del rapporto. Su tre persone denunciate per omicidio in Italia, una è straniera.

E, quasi sempre, è irregolare. Se gli stranieri regolari - 3 milioni a fine 2006 - registrano un "tasso di criminalità" parallelo o più basso di quello dei cittadini italiani, l'incidenza degli irregolari tra denunciati e condannati è invece più forte, soprattutto per certi reati che suscitano maggiore allarme sociale, come i borseggi (70% dei denunciati), rapina o furto in abitazione (51%), rapina in strada (45%), estorsioni (19%). Tra gli irregolari che commettono reati, spiccano soprattutto gli immigrati da Romania,

Marocco e Albania. Nella speciale classifica stilata dal ministero, i romeni spiccano per gli omicidi volontari, le violenze sessuali, i furti d'auto, le rapine nei negozi. I marocchini nelle lesioni dolose, nei furti con strappo e nelle estorsioni. Gli albanesi nei furti in casa. Per contrastare la criminalità "made in Romania", una prima soluzione il Viminale sembra averla trovata, con lo scambio di investigatori italiani e romeni per potenziare le indagini. Decisione che ha fruttato, ha detto Amato, centinaia di arresti negli ultimi mesi.

LA PERCEZIONE DEI REATI

C'è la criminalità, e poi c'è la percezione della criminalità, due dati che non sempre corrispondono e che soprattutto per i politici sono feedback molto importanti. A leggere il rapporto del Viminale si scopre dunque che nonostante diminuzioni o aumenti di certi tipi di reati (per esempio: crescono le rapine, calano gli scippi) la percezione degli italiani nei confronti dei "rischio criminalità" in realtà è rimasto piuttosto stabile.

Circa il 30% delle famiglie considerano la zona dove abitano a rischio, anche se c'è stato un calo del 2% tra il 1993 (31,2%) e il 2006 (29,2). In compenso, nel Nord-est il timore è cresciuto di più di 10 punti percentuali, soprattutto, ha detto Amato, per la criminalità transfrontaliera. «Se la paura di subire un reato non è dunque cresciuta nell'arco degli ultimi 14 anni, è indubbio che tale paura ha comunque dimensioni non trascurabili», dicono gli autori del rapporto.