Unione Europea Consiglio d'Europa: C.p.t. italiani "soddisfacenti" ma fare di piu'


Impiegare personale specializzato e consentire l'accesso alle organizzazioni umanitarie potenziare il servizio traduttori, applicare un sistema di controllo puntuale sulla gestione dei centri.

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Sono queste alcune delle raccomandazioni rivolte al governo italiano nel rapporto elaborato dal Comitato per la prevenzione della tortura e di trattamenti disumani del Consiglio d'Europa sulle base delle visite effettuate nel giugno 2006 nei centri di permanenza temporanea degli immigrati clandestini nel sud Italia. Il documento, diffuso ieri a Strasburgo, presenta una situazione che, in genere, e' stata giudicata 'soddisfacente' dal Comitato. Tuttavia, sono state individuate alcune carenze rispetto alle quali il governo e' stato invitato a intervenire.

Il Comitato ha ad esempio rilevato che il centro di Lampedusa, nel corso del 2005 e del 2006, ha ospitato a piu' riprese un numero di immigrati assai piu' elevato di quello che e' in grado di gestire. Ma anche che le autorita' italiane sono intervenute con un grande dispiegamento di mezzi affinche' queste situazioni non si ripetessero. Ed ha constatato che, rispetto al 2004, sono stati effettuati lavori significativi, in particolare realizzando nuovi alloggi per le donne e i minorenni.

Sempre su Lampedusa, il Comitato, nel rapporto, chiede all'Italia di consentire l'accesso all'interno del Centro del personale di organizzazioni umanitarie come la Croce Rossa al fine di poter dare agli immigrati un'informazione ampia e dettagliata sulle normative di loro interesse.

Il Comitato ha anche visitato per la prima volta i centri di Crotone, Ragusa e Licata. A Ragusa, in particolare, il rapporto del Comitato segnala alcuni casi 'critici' che ha ritenuto di dover segnalare nel rapporto in quanto 'sufficientemente gravi'.

Il primo e' stato denunciato da due donne che hanno parlato di casi di 'attivita' sessuali non appropriate', come si legge nel rapporto, che hanno visto come protagonisti addetti al centro e immigrate. Il secondo relativo alla presenza di un sistema di video sorveglianza attivo all'interno dei locali riservati alla donne. Nel Centro di Crotone il Comitato ha poi giudicato insoddisfacenti le condizioni esistenti all'interno di una delle quattro sezioni in cui e' suddivisa la struttura.

Infine, molte le lamentele raccolte in merito all'insufficienza del cibo.

In generale, poi, il rapporto ha messo in luce la necessita' di due interventi destinati a migliorare la gestione dei centri e quindi le condizioni di vita dei loro 'ospiti'. Innanzi tutto il potenziamento della presenza dei traduttori. Traduzioni incomplete e distorte dovute a eccessivi carichi di lavoro possono, secondo il Comitato, avere conseguenze non trascurabili.

Ed anche la gestione affidata a soggetti non pubblici richiedono l'applicazione di un sistema di controllo attento e puntuale, specialmente nel caso del Centro di Crotone.