Blitz nella cittadella dei clandestini


In 400 stipati nei mini appartamenti.

l'espresso

Circa 200 uomini tra Polizia, Carabinieri e Guardua di Finanza ha fattp irruzione in un quartiera di Montesilvano. Piede di porco e martellate sulla porta, in pochi secondi piombano negli appartamenti aiutati dai vigili del fuoco.

L’IRRUZIONE. Sono le cinque spaccate di mercoledì, i raggi del sole hanno appena iniziato a riscaldare la città, quando nel quartiere dei Grandi alberghi parte la più imponente operazione mai registrata in Abruzzo contro l’immigrazione clandestina che a fine giornata frutterà una cinquantina di arresti tra chi è accusato di aver prodotto e venduto merce contraffatta e chi non ha ottemperato al decreto di espulsione.

A pochi giorni da un altro intervento dalla squadra Mobile nei vicini “palazzi gemelli”, la Procura della Repubblica di Pescara ha autorizzato una nuova operazione di polizia giudiziaria, questa volta interforze. I reati da contestare sono il favoreggiamento all’immigrazione clandestina e lo sfruttamento della prostituzione. IL FORMICAIO. Al loro arrivo i carabinieri trovano una vera e propria comunità composta da oltre 400 persone, quanto un paese, concentrato però in un quadrato più piccolo di un campo di calcio. Polizia, carabinieri e guardia di finanza circondano l’intero comprensorio di via Ariosto, a Montesilvano. In aria un elicottero si posiziona a bassa quota. Sarà l’occhio collegato via radio per controllare tutte le eventuali vie di fuga. L’obiettivo sono quattro edifici fatiscenti alti due piani. Si chiamano “Tillia” e “Viola”, a loro volta divisi in palazzine A e B. Per le forze dell’ordine si tratta di 48 appartamenti da bonificare. Qui, da vari controlli incrociati, risultano residenti sulla carta 95 extracomunitari, tutti con regolare permesso di soggiorno.

Ma il fiuto degli investigatori va oltre, e a ragione: dentro quelle palazzine si nasconde una vera e propria cittadella dove i clandestini, uomini, donne e qualche bambino sono centinaia tra senegalesi e marocchini, ammassati a decine in piccole stanze sporche e maleodoranti. Ragazzi ragazzi, prevalentemente, ma anche persone di mezza età, dormono l’uno contro l’altro sui letti a castello, per terra, su materassi di fortuna e senza lenzuola. Dentro le stanze di 15 metri quadrati si contano anche dieci senegalesi, in alcuni casi sono addirittura 15, mentre il tanfo e l’aria viziata mozzano il fiato, con condizioni igienico-sanitarie tremende.

Ogni spazio è utile per contenere nuovi inquilini e allora ecco le cucine, spostate e attrezzate non dentro gli appartamenti ma fuori, sui balconi, con fornelli e frigoriferi alla mercè di sole e pioggia. In un altro appartamento anche il terrazzo è utilizzato per dormire, e questa volta in mezzo a biciclette e sacchi pieni di spazzatura. Sono in cinque a coricarsi in uno spazio di tre metri mentre dentro il mini appartamento è saturo di connazionali. I PROTAGONISTI. Molte sono le riunioni che hanno preceduto la mega operazione di ieri mattina.

Il regista del blitz, scattato all’alba, è il prefetto di Pescara Giuliano Lalli. Per giorni e giorni il palazzo in cui risiede la prefettura è stata la base logistica del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, con appuntamenti blindati a cui hanno preso parte il comandante provinciale dei carabinieri, Giovanni Esposito Alaia, il questore Stefano Cecere e il comandante della Guardia di Finanza, il comandante Francesco Paolo Rampolla.

Fin da subito è nata l’ipotesi che le operazioni potessero essere molto più complesse del previsto, dato che molti dei clandestini sono senza documenti e, soprattutto, vivono esclusivamente con i proventi del commercio illegale.

E allora ecco che nel programma d’azione vengono inseriti gli operatori del 118 e quelli della polizia municipale di Montesilvano. I sanitari intervengono con un’ambulanza per tamponare eventuali esigenze dei bambini e delle donne presenti nel condominio, mentre i vigili coordinano il traffico intorno alle palazzine a due passi dalla riviera, dietro la ex discoteca “La Racchetta”.

L’OFFICINA DEI FALSI. Alla fine, le forze dell’ordine riempiono interi furgoni con migliaia di pezzi contraffatti che vìolano le leggi sul copyright: cinture, borse, scarpe, occhiali e jeans griffati ma tutti categoricamente falsi.

Poi la guardia di finanza si sofferma su uno stanzino di tre metri per due, dove spuntano due computer con una pila di trenta masterizzatori: una vera officina di produzione di film dvd in prima visione.

A fine mattinata 40mila sono i cd sequestrati, 6.500 i dvd in prima visione pronti per essere venduti sulle spiagge, mentre altri 2.100 dischi vergini sono a disposizione per essere masterizzati.