Immigrati, uno dei pilastri del sistema pensioni


L’immigrazione ha dunque un chiaro valore economico

espresso

In un momento in cui lo spinoso tema delle pensioni è di nuovo in primo piano, il ministro Bonino sollecita una riflessione che appare particolarmente incisiva. Il sistema pensionistico nazionale si regge in misura rilevante sul contributo della popolazione attiva straniera, che versa nelle casse dell’Inps ben sei miliardi di euro l’anno. L’immigrazione ha dunque un chiaro valore economico, assicurato da una popolazione di stranieri residenti regolari di circa tre milioni di persone. In costante crescita: gli occupati non italiani rappresentano ora il 6 per cento del mercato del lavoro. Nel solo comparto del commercio (dati Istat 2006) si sono inseriti 130mila lavoratori. Altri 121mila lavorano in alberghi e ristoranti. Da una recente indagine di Confcommercio risulta che il 26 per cento dei pubblici esercizi dichiara di avere personale straniero alle proprie dipendenze.

Con picchi del 35 per cento nei ristoranti e nelle pizzerie. Se la nostra società e il nostro mercato del lavoro stanno cambiando velocemente, non procede di pari passo la piena integrazione degli immigrati nel tessuto produttivo. C’è invece bisogno di prendere atto velocemente della irreversibile mobilità della forza lavoro. Il futuro del mercato del lavoro sarà caratterizzato da una sempre maggiore eterogeneità etnica di attivi e occupati. Per questo sembra positiva la principale novità contenuta nel disegno di legge di modifica della Bossi-Fini, approvato a fine giugno dal Consiglio dei ministri. Si prevede una corsia preferenziale per favorire l’ingresso in Italia di giovani talenti stranieri, attraverso la concessione in tempi rapidi di un permesso di soggiorno, della durata massima di 5 anni, per i lavoratori altamente qualificati: ossia laureati, ricercatori, ecc. Le nostre aziende, d’altra parte, domandano personale immigrato.

Dal sistema informativo Excelsior emerge che le previsioni di assunzione di stranieri, per il 2007, tornano a crescere in misura consistente. Una impresa su quattro conta di assumere immigrati, specie se con esperienza già maturata, soprattutto per compensare difficoltà nel reperimento di manodopera. Difficoltà che interessano gruppi professionali di bassa ma anche di alta qualificazione