Stop al Nautilus


Frontex, l’agenzia europea di controllo delle frontiere meridionali, con sede a Malta, ha sospeso temporaneamente le proprie operazioni

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Nei mesi scorsi Frontex aveva dato il via a due missioni di pattugliamento: una denominata “Hera” per il controllo del flusso di immigrati clandestini verso le isole Canarie e un’altra, più nota, denominata “Nautilus II” (erede della Nautilus I dello scorso anno). La missione Nautilus II, inaugurata ufficialmente a fine giugno, aveva come obiettivo la prevenzione del traffico illegale di migranti (leggi repressione dell’immigrazione clandestina) verso le coste dell’Italia e della Spagna.

La missione era stata progettata per durare fino a ottobre e oltre all'Italia ha visto impegnate Grecia, Germania, Francia, Spagna e Malta sede ufficiale di Frontex. L'operazione è stata sospesa per mancanza di risorse come ha lasciato intendere Friso Rascam Abbing, portavoce del commissario UE alla Giustizia Sicurezza e Libertà Franco Frattini. Quest’ultimo, in particolare, ha sottolineato il fatto che sia la Commissione UE, che l’agenzia Frontex si sono dette soddisfatte dei risultati fin qui acquisiti, sottolineando il ruolo di deterrente per l'immigrazione clandestina. Navi da guerra, mezzi della guardia costiera, elicotteri, questo è stato il dispiego di mezzi per contrastare le barchette dei migranti a largo del Mediterraneo.

L'efficacia della missione, secondo Abbing, è dimostrata dal fatto che a luglio gli sbarchi di immigrati clandestini nell'area teatro dell’operazione sono diminuiti del 50% rispetto a giugno. Della diminuzione degli sbarchi in Sicilia parla con soddisfazione anche il nuovo capo della polizia italiana Manganelli. Il forte dubbio, tuttavia, è che un numero di sbarchi così basso rispetto agli altri anni non sia dovuto tanto all’efficacia dei mezzi di contrasto a mare, ma dal tentativo da parte dei migranti di evitare i pattugliamenti attraverso la ricerca di rotte sempre più difficili, con imbarcazioni sempre più piccole, non rilevabili da un controllo radar, aumentando così a dismisura il rischio già altissimo di tragedie in mare.

Abbing ha però sostenuto che sia il commissario Frattini, che il presidente della Commissione UE Josè Manuel Barroso, cercheranno comunque dal primo gennaio 2008 di rendere permanenti le missioni di Frontex in aree considerate “ad alto rischio” tra cui ovviamente il canale di Sicilia e l’aera limitrofa alle isole Canarie.
Le “controindicazioni” della missione voluta da Frattini ed approvata dal ministro Amato, fino a costituire quasi un vero e proprio “asse Roma- Bruxelles”, sono evidenziate dalle numerose stragi di migranti: mai sono state così frequenti in un periodo talmente breve, cioè da quando a luglio sono stati avviati i pattugliamenti congiunti delle unità di Frontex ai limiti delle acque libiche. Tutto questo spiegherebbe in parte la diminuzione drastica degli sbarchi sulle coste italiane.

Non sono stati ancora forniti dati certi sui risultati di Nautilus II, ma sulla legittimità di una tale operazione da più parti sono stati sollevati forti dubbi: l'UE ha di fatto effettuato respingimenti collettivi di potenziali rifugiati verso la Libia, paese non firmatario della Convenzione di Ginevra che tutela rifugiati e richiedenti asilo. L’Italia, così come ha già fatto in passato con le espulsioni di massa da Lampedusa, ha contribuito alla violazione della Convenzione: essa vieta esplicitamente il respingimento di richiedenti asilo verso paesi non firmatari come la Libia (principio del non-refoulement, articolo 33).
Bisogna sottolineare anche l’esistenza di accordi in gran parte segreti, sul rimpatrio dei migranti, stipulati dall’Italia con la Libia a partire dal 2004, rinnovati anche dal governo Prodi con le visite di D'Alema a Tripoli. Quello che sappiamo è che il governo Berlusconi in quell’occasione fornì a Gheddafi mezzi, soldi, persino sacchi per cadaveri oltre che il finanziamento della costruzione di campi di detenzione per migranti espulsi dal nostro paese e dall’Europa. Già nel marzo del 2005 il governo libico ha ammise ufficialmente la morte di almeno 106 migranti tra quelli espulsi dall’Italia: non abbiamo cifre certe su quale sia oggi il reale numero dei morti in Libia e durante le operazioni di rimpatrio verso altri paesi africani.