Immigrazione:Un mercato impazzito con duemila case vuote


Dietro lo sfruttamento di immigrati

l'unione sarda

La scoperta dei carabinieri, forse la più clamorosa in assoluto, è solo l'ultima. L'anno scorso, in un seminterrato di via Vittorio Veneto, erano state trovate trenta rumene, e in un garage una decina di senegalesi.

E poi ci sono manovali e muratori che arrivano in Gallura e che, non potendosi permettere una casa, dormono nelle capanne di cantiere, quelle in alluminio che si trasfomano in forni d'estate e in freezer d'inverno. Sono casi limite, è vero, ma si tratta comunque di segnali inquietanti proprio perché non isolati. Affitti stratosferici da far invidia a Porto Cervo, realizzabili grazie alla difficile condizione degli ospiti. Altro che città dell'accoglienza, definizione che ha riempito le bocche dei politici locali durante la campagna elettorale delle amministrative di qualche mese fa.

D'altronde, in questi ultimi anni, si è fatto di tutto per impedire che nascessero nuove aree per l'edilizia popolare residenziale. Gli standard da destinare a cooperative edilizie sono stati ridotti al minimo e non consentono, nelle nuove lottizzioni, di costruire nulla. A tutto vantaggio di chi continua a speculare sul mercato dopo essersi accaparrato le aree più importanti e redditizie della città. I prezzi delle case sono inaccessibili a chi arriva a Olbia per fare l'operaio o l'impiegato in qualche azienda della zona industriale.

È, quello della casa, uno dei problemi più seri per l'amministrazione comunale. Risolverlo potrebbe evitare in futuro il ripetersi di situazioni orrende come quella creata da Giuseppe Piccinnu o dagli altri prima di lui. Anche perché, da un'indagine dell'assessorato ai servizi sociali dello scorso anno, si era scoperto che in città c'erano, e ci sono ancora, oltre duemila appartamenti vuoti.

Un numero importante che rende l'idea di un mercato in continua evoluzione nonostante alcuni fasi schizofreniche. Se poi si aggiunge che gli extracomunitari, soprattutto gli africani, hanno oggettive difficoltà a trovare casa perché nessuno si fida di loro (salvo metterli venti, uno sull'altro, dentro un monolocale), non c'è davvero di che stare allegri.

La grande disponibilità di appartamenti fa a pugni con la scarsa disponibilità ad affittarli a prezzi abbordabili. È solo una delle tanti contraddizioni di una città che cresce a ritmi esagerati e che lascia indietro chi non tiene il passo.