Ausl bolognesi ignorano la circolare Amato


L'esposto della Cisl locale

metropoli.it

La circolare Amato non viene rispettata a Bologna. Il provvedimento del ministro degli interni, che preserva il diritto al lavoro per lo straniero anche per i periodi di attesa del rinnovo del permesso di soggiorno, è ignorata sia dalle aziende sia dal sistema sanitario regionale.

L'allarme arriva dalla Cisl di Bologna, che denuncia “veri e propri ricatti” ai danni dei cittadini immigrati da parte soprattutto dei datori di lavoro. Il sindacato è però corso subito ai ripari, incontrando a fine luglio il viceprefetto Matteo Piantedosi. “Abbiamo chiesto alla prefettura di sollecitare le associazioni di impresa su questo tema - riferisce Alberto Schincaglia, responsabile per le politiche sociali della Cisl - a metà settembre avremo un nuovo incontro, ma se la situazione non migliora siamo già pronti per organizzare una manifestazione e per mettere in campo azioni di tutela legale” a favore dei lavoratori stranieri.

Contatti sono stati presi dalla Cisl anche con l'Ausl di Bologna. In alcuni dipartimenti sanitari sarebbe stata infatti ignorata la circolare Amato, impedendo all'immigrato di usufruire del servizio sanitario. Anche qui un risultato importante è stato ottenuto. “Il direttore generale Franco Ribaldi - spiega Schincaglia - ha inviato una circolare a tutti i distretti invitando a riconoscere il provvedimento del ministro degli interni”.

Ed è la stessa azienda sanitaria locale a rispondere, con una nota, all'allarme lanciato dalla Cisl: è sufficiente la “richiesta di primo rilascio del permesso di soggiorno” perché un cittadino straniero abbia “l'assistenza sanitaria garantita”, precisa la nota, come stabilito dalla circolare inviata il 31 luglio dalla direzione generale dell'Ausl di Bologna a tutti i dipartimenti, per “scongiurare malintesi interpretativi” su quanto dispone la circolare Amato.

“L'assistenza sanitaria - spiega l'Ausl - è garantita a tutti i cittadini stranieri che hanno già presentato la richiesta di primo rilascio del permesso di soggiorno per lavoro subordinato: è sufficiente presentare agli sportelli Ausl la ricevuta rilasciata dalle poste o dalla questura, completa della documentazione indicata nella circolare ministeriale”. La stessa azienda sanitaria, prosegue il comunicato, avrebbe anche “chiesto alla Cisl di avere informazione tempestiva di eventuali casi particolari nei quali tali indicazioni non fossero state rispettate. Un invito che viene nuovamente rinnovato - precisa l'Ausl - ma che ad oggi non ha trovato risposta".

Il vero nodo della questione rimangono, però, i ritardi nelle procedure per la regolarizzazione degli stranieri e per il rinnovo del permesso. Nel primo caso le domande presentate alla fine del 2006 nel capoluogo sono state 14 mila di cui, secondo la prefettura, l'80% è al rush finale. A chiedere invece il rinnovo sono stati in 15 mila con ritardi passati da quattro a otto mesi rispetto a una pratica che per legge deve essere pronta entro 20 giorni dalla presentazione del modulo alle Poste.

Per questo nei giorni scorsi i sindacati confederali hanno incontrato il vice prefetto Matteo Piantedosi per discutere soprattutto del mancato rispetto della circolare Amato che, approvata il 9 agosto del 2006, stabilisce che il diritto al lavoro dello straniero resta immutato in attesa del rilascio del rinnovo del permesso. Al contrario però, secondo la Cisl, alcune imprese tendono a non rinnovare i contratti di lavoro o a sospenderli in attesa dell'ok definitivo.

“Con il passaggio di competenze alle poste - denuncia la Cisl - i tempi di attesa sono aumentati da quattro a otto mesi”, a cui si sommano i costi “troppo elevati” a carico degli stranieri (72 euro a domanda, contro i due euro chiesti in Germania). Il sindacato torna quindi a chiedere a gran voce “la cancellazione totale della Bossi-Fini. Non possiamo più andare avanti con quella legge - afferma Alessandro Alberani, segretario generale della Cisl di Bologna - e anzi denunciamo un discreto ritardo da parte del governo nel farlo”.

Oltre ai problemi legati al rinnovo del permesso di soggiorno, dal punto di vista degli stipendi la situazione dei lavoratori stranieri sotto le due torri non è delle più rosee. “Nel 2006 - afferma dati alla mano Fabrizio Ungarelli, responsabile per lo sviluppo del territorio della Cisl - il 20% delle assunzioni ha riguardato gi immigrati. Ma le retribuzioni degli stranieri sono per il 40% al di sotto della media nazionale”, dato che deriva dal “basso profilo professionale” che caratterizza la maggior parte degli impieghi degli immigrati. Uno dei lavori più diffusi è quello della badante, che coinvolge circa 20.000 cittadini stranieri. Si tratta di un “fenomeno in aumento”, fa notare Alberani, ma solo la metà degli assistenti domiciliari “è regolare”. Per questo, lo stesso esponente della Cisl, chiede che al più presto venga creato una sorta di “album delle badanti”, un'iniziativa a cui dovrebbero essere collegate anche azioni di “formazione” per le badanti stesse.