Il Sindaco: Quando a Lampedusa gli sbarchi diventano di Stato


Dichiarazione del sindaco Pino de Rubeis

loccidentale.it

Il sindaco di Lampedusa, Pino de Rubeis (Movimento per l'autonomia), non tollera più l'arroganza del governo di centrosinistra. Nell'isola il problema dell'immigrazione è difficile da gestire, tanto che, afferma De Rubeis in un'intervista a l'Occidentale, "l'affluenza nei Cpt è esagerata".

Negli ultimi tre giorni sono arrivati a Lampedusa milleventisette extracomunitari. Morte, fame, sete, sbarchi di massa, soccorsi d’urgenza delle motovedette italiane a ignoti motoscafi e gommoni: ecco le immagini evocate dall’isola, che è ormai diventata il principale centro di accoglienza per tutti quegli immigrati che, spinti dalla disperazione, vedono nell’Italia una nuova speranza. Questo, Pino de Rubeis, sindaco di Lampedusa legato politicamente all’Mpa (Movimento per l’autonomia), lo sa bene. Ma è consapevole anche della gravità della situazione in cui versa oggi Lampedusa, costretta a vivere isolata dallo stivale, schiacciata da masse incontenibili di extracomunitari che si riversano ogni giorno nei due centri di accoglienza temporanea che il comune ha disposto per questi stranieri. Un problema politico, sociale ed economico, che distrugge l’immagine di Lampedusa e altera il suo microcosmo commerciale, tutto incentrato sul turismo e adesso minacciato dal fenomeno degli sbarchi massicci. Per questo il sindaco ha chiesto e continua a chiedere a gran voce un intervento serio della politica e non solo…

A proposito di interventi politici, Giuliano Amato qualche giorno ha detto che gli sbarchi sono diminuiti del 30%, è vero?

“Dire che gli sbarchi sono diminuiti è inesatto, è soltanto un modo per nascondere la realtà: semplicemente gli sbarchi clandestini si sono trasformati in sbarchi di Stato. Questo perché sono le nostre motovedette che vanno a prelevarli nelle acque davanti alle loro terre, rispondendo alle continue chiamate di soccorso. Ma come è possibile parlare di ‘calo degli sbarchi’ quando, ripeto, in tre giorni sulla nostra isola sono arrivati milleventisette clandestini?!”

Quindi in questi giorni la situazione a Lampedusa com’è?

“Disastrosa direi! Basti pensare che negli ultimi tre giorni sono sbarcati nei nostri Cpt (centri di permanenza temporanea) ben milleventisette clandestini: i numeri parlano chiaro. Non possiamo più andare avanti così!”

Come definirebbe la sua isola?

“Lampedusa? Bè, è la porta dell’Europa. La terra su cui ha luogo un costante smercio di carne umana che il governo porta avanti con indifferenza, spacciandola per accoglienza”.

Cosa ne pensa dei Cpt?

“Per i Cpt il discorso si fa complesso. L’altro giorno ho detto provocatoriamente che sono un albergo a 5 stelle. Mi spiego meglio: noi disponiamo di ben trentasei letti per la degenza permanente, dedicati agli extracomunitari. Questa è una bella cosa, per quanto riguarda i diritti dell’uomo ed è una grandissima risposta alle richieste di tutte le associazioni umanitarie. Ma quello che trovo davvero sconcertante è che a Lampedusa il poliambulatorio non disponga di letti del genere per i suoi cittadini. I veri extracomunitari, oggi, siamo noi, a casa nostra!”

Gira voce che lei voglia far chiudere questi centri, è vero?

“Stiamo cercando di fare il punto della situazione. A Lampedusa ci sono due centri di permanenza temporanea: noi vorremmo chiudere quello più vecchio. Il nuovo centro funziona bene, si sta avviando ad offrire un buon servizio, che è più difficile da garantire se lo si deve spartire anche con l’altra struttura. L’importante, in ogni caso, è mantenere fede all’acronimo: i centri devo dare un’accoglienza che sia soltanto temporanea!”

E i numerosi appelli che sono stati fatti in difesa dei diritti umani nei Cpt non la preoccupano?

“No, ormai non più. Da qualche mese, infatti, gli immigrati vengono trattati in modo molto rispettoso. Prima mancavano le condizioni, ma con l’apertura del nuovo Cpt abbiamo finalmente una struttura idonea, che ci consente di trattare queste persone in maniera molto dignitosa. Come già ho detto in altre occasioni, lo ripeto, ‘è come se vivessero in un albergo a cinque stelle’.

La cosa di cui vado davvero fiero è che nei nostri centri trovano impiego ben sessantasei donne di Lampedusa. Questo è positivo, ma non risolve il problema della città, che è una città che vive di turismo. Il nostro è un problema economico, sociale e culturale che il governo dovrebbe risolvere, invece di abbandonare Lampedusa al suo destino!”

Cosa vuole dire alla politica?

“Ho già accusato, a suo tempo, il centrodestra, da cui io stesso provengo. Ma oggi accuso più che mai il governo di centrosinistra che è un governo regionale, che non vuole alzare la testa, ignorando i problemi con cui io e i miei cittadini si troviamo a convivere quotidianamente.”

Ma in che modo potrebbe intervenire, secondo lei, il governo?

“Prima di tutto deve guardare in faccia la realtà. Il fenomeno dell’immigrazione a Lampedusa ha una portata enorme, che non esiste in altre città. Deve perciò farsi carico di questa cosa…

Sarebbe necessario rivisitare i percorsi che intende seguire, cambiare politiche, insomma. Bisogna smettere di fare accoglienza a Lampedusa. Queste persone dovrebbero essere aiutate nelle loro terre, non qui. Anche perché, quando poi lasciano i Cpt, inevitabilmente si innesca una fitta rete di delinquenza di cui sono vittime tutti gli italiani e i miei cittadini in primis. Ecco perché dico no alla politica dell’accoglienza e mi batto perché si avvii una politica di sostegno nelle loro terre natie!

Il governo si dovrebbe svegliare un po’: non possibile continuare in questo modo. Sarebbe necessario anche prendere dei seri accordi a livello comunitario, per ispirare delle politiche coerenti. C’è un modello, un uomo, che voglio ricordare: Giulio Andreotti che, come ministro degli esteri, è stato davvero esauriente!”

A chi altro vorrebbe appellarsi in difesa di Lampedusa?

Sarò provocatorio, ma credo che il Vaticano dovrebbe dare maggior peso al problema dell’immigrazione, invece di tacere come fece Pio XII all’epoca degli ebrei. Oggi la situazione di questa gente non è tanto diversa da quella dei deportati. Mi piacerebbe che Benedetto XVI ne parlasse all’Angelus.

Ma se paragona gli immigrati di oggi agli ebrei, fa pensare che i Cpt siano dei lager…

No, i centri di permanenza temporanea sono un lusso per queste persone, dove si vive nel rispetto dei diritti umani. La mia era soltanto una provocazione per dire che queste strutture, favorendo l’incontro tra gli extracomunitari, inevitabilmente sono a servizio della mafia e della clandestinità. È questo che il governo vuole? Certamente, sia chiaro, è quanto sta ottenendo!