Unioncamere, nel 2012 172mila nuovi imprenditori di cui il 13% stranieri
Per una su due nuove imprese aperte in Italia, il capitale investito è stato al di sotto dei 5000 euro - Rispetto al periodo non proprio semplice che sta attraversando il nostro Paese, i dati diffusi da Unioncamere inerenti l’apertura di nuove realtà aziendali, fa invece ben sperare. 172mila sono gli imprenditori che hanno deciso di lanciarsi in una nuova sfida nel 2012, e oltre la metà si è messa in proprio investendo meno di cinquemila euro.
Sicuramente la crisi e la burocrazia non agevolano molto l’iniziativa di queste persone, che il più delle volte si trovano davanti ostacoli molto difficili da superare. L’indagine di Unioncamere si è basata su un campione molto significativo di circa 384mila imprese regolarmente registrate, e ha quantificato in quasi 172.000 quelle assolutamente nuove, cioè che non hanno alcun legame con aziende già preesistenti.
Il lavoro imprenditoriale è ancora intrapreso per la maggioranza da uomini, circa il 74%, in generale la nazionalità più rappresentata è quella italiana. Ma il dato che fa ben sperare è quello che riguarda l’apporto degli immigrati in questa situazione. I dati parlano, infatti, dell’8% per quanto riguarda immigrati extracomunitari e 5% per quanto riguarda quelli comunitari. Nel 44% dei casi i nuovi imprenditori hanno solamente il diploma, il che significa non minore cultura ma più attenzione verso il percorso lavorativo già svolto. Infatti, per sfidare questi nuovi mercati che non sono per nulla sicuri, l’unica arma che è possibile usare è quella dell’esperienza pregressa che permette di avere oltre le conoscenze anche un bagaglio di competenze acquisite sul campo che sono fondamentali per sostenere l’avvio di nuova attività.
Infine le imprese che nascono sono perlopiù ancora piccole, con bassi investimenti per limitare il rischio, infatti, l’88% ha assunto la forma giuridica di ditta individuale.
Martedì, 30 Aprile 2013 - Alessia Rigoli