Cittadinanza, sempre più difficile ottenerla in Europa
In Germania, Spagna e Inghilterra, no al doppio passaporto. La Francia ammette lo ius soli proposto in Italia dal nuovo ministro Kyenge - La situazione europea per quanto riguarda la possibilità di ottenere la cittadinanza per gli stranieri non è migliore di quello che si vive in Italia in questo momento. Il Vecchio Continente ha cercato di facilitare l’ingresso d’immigrati affiancando allo ius sanguinis, altre forme di naturalizzazione, ma per adesso i sistemi di riconoscimento mescolano lo ius soli ai soli requisiti di residenza.
Dopo gli attentanti dell’11 Settembre negli Stati Uniti e le continue ondate migratorie, sono state avviate in molti paesi tra i quali l’Italia, la Germania e l’Irlanda, politiche di forte restrizione in tema d’immigrazione, che hanno avuto come obiettivo quello di arginare il fenomeno dei nuovi ingressi che avvenivano soprattutto in maniera illegale. Tra i 27 Stati dell’Ue, attualmente solo la Francia ammette lo ius soli (cittadinanza concessa agli stranieri nati sul suolo) che in Italia è stato proposto dal neo ministro all’Integrazione Cécile Kyenge e che in passato era stato auspicato anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Tranne i paesi nordici, nel resto dell’Unione Europea, le barriere sono ancora molto restrittive, e lo ius sanguinis (diritto alla cittadinanza per sangue "dai discendent") resta l’unica prerogativa per ottenere il riconoscimento in maniera semplice. La cittadinanza ai giovani stranieri nati e cresciuti nel Paese di adozione invece è ancora piena di contraddizioni e di ostacoli.
In Italia gli stranieri per avere la cittadinanza devono aspettare il diciottesimo anno d’età salvo che i loro genitori non siano apolidi o ignoti. Una volta compiuta la maggiore età hanno un anno di tempo altrimenti il diritto decade e inoltre devono dimostrare di aver risieduto continuamente per diciotto anni nel nostro Paese. La situazione varia poi da Paese a Paese, ad esempio la Francia permette ai figli degli stranieri di prendere la cittadinanza per diritto. I tedeschi sono meno proibitivi dell’Italia ma comunque più restrittivi dei francesi. Spagna e Austria non accettano la doppia cittadinanza. In Svezia invece basta una dichiarazione ma bisogna vivere nel Paese da cinque anni.
Mercoledì, 8 Maggio 2013 - Alessia Rigoli