Regno Unito, una mostra per favorire i rapporti tra musulmani ed ebrei
La mostra è incentrata sul ruolo che hanno avuto i musulmani durante l’Olocausto - La mostra che si tiene nel centro di Londra espone foto e immagini di musulmani che hanno salvato molti ebrei durante il terribile momento storico ricordato da tutti come Olocausto. La mostra ha l’obiettivo fondamentale di promuovere un maggior dialogo tra le comunità ebraiche e musulmane che vivono in Inghilterra. Qui sono esposte fotografie di 70 musulmani che diedero rifugio a ebrei in fuga, durante la seconda guerra mondiale. Furono persone da ammirare e con gran coraggio, tutte caratterizzate da storie molto particolari e interessanti da vedere e conoscere.
Fiyaz Mughal, direttore dell’associazione Faith Matters, ritiene doveroso raccontare queste storie fino ad adesso poco conosciute, non solo perché è fondamentale ricordarle, ma soprattutto per insegnare alle giovani generazioni di ebrei e musulmani la tolleranza e incoraggiali a rispettarsi e a dialogare. Tutto ciò è importantissimo per alimentare il principio d’integrazione e di empatia che deve svilupparsi quanto prima tra le due comunità. Mughal, ha anche spiegato che un evento di questo tipo si è reso necessario, perché ci sono alcuni componenti nella comunità ebraica che affermano che i musulmani abbiano aiutato i nazisti nel fomentare l’eccidio. Tutto questo è assolutamente inaccettabile in quanto falso, così come testimoniano proprio le foto e non solo. Dall’altro lato però ci sono anche componenti della comunità musulmana che non vogliono parlare dell’Olocausto perché non vogliono creare con il popolo ebraico una sorta di empatia.
L’auspicio, anche tramite questa mostra, è che si riesca a costruire un momento di dialogo e d’incontro tra le parti per cercare di superare e combattere l’odio che molti di loro ancora provano e che purtroppo trasferiscono ai figli. I 70 musulmani sono stati aggiunti alla lista delle 25.000 persone virtuose che aiutarono gli ebrei durante l’Olocausto.
Venerdì, 10 Maggio 2013 - Alessia Rigoli