Immigrazione, in crescita in Italia il fenomeno del gioco d’azzardo
L’identikit del giocatore ludopatico è: maschio, straniero e disoccupato - In una ricerca condotta dall’Università Cattolica di Brescia, si è evidenziato che un terzo dei frequentatori abituali delle sale giochi è ludopatico. Sono perlopiù di genere maschile, stranieri, disoccupati e con un basso livello d’istruzione, gli uomini che pericolosamente si avvicinano a questo mondo, con conseguenze in alcuni casi disastrose.
L’analisi è stata condotta su un campione di 300 giocatori in 20 sale sparse in Italia e presentata nel corso di un convegno Codacons. L’85% dei giocatori perde al giorno in media 40 euro su circa 300 partite giocate, mentre il restante 15% riesce a vincerne solo 120. Un altro dato che desta particolarmente allarme è che all’interno del 30% che ha un profilo da giocatore patologico, nessuno si affida alle cure per uscire da questo tunnel, e molte volte la persona in questione ha anche difficoltà a relazionarsi con il resto del mondo.
Se guardiamo a quelli che sono i dati generali, anche in questo caso la situazione è abbastanza sconfortante. Molti dei ludopatici sono disoccupati in cerca di guadagni facili o frustrati per la difficoltà a trovare un’occupazione. Ma ci sono anche studenti, casalinghe, liberi professionisti, lavoratori e pensionati, che negli ultimi anni vista la crisi economica si sono avvicinati al gioco d’azzardo. Per quanto riguarda il titolo di studio, solo il 18% ha una laurea, il resto si è fermato al massimo alle scuole superiori. Il 34% è celibe, il 30% sposato, il 33% divorziato, il 14% vedovo e infine il 21% convivente. Tra questi malati del gioco, purtroppo il 60% frequenta le sale anche sette volte alla settimana. Tra le città più interessate da questo fenomeno c’è Pavia, che ha delle sale da gioco molto grandi e dove al cinema distribuiscono buoni gratuiti per tentare la fortuna alle macchinette.
Venerdì, 24 Maggio 2013 - Alessia Rigoli