Rapporto Istat 2013, italiani aperti allo scambio tra culture ed etnie diverse
L’81% degli italiani è aperto alla novità e al cambiamento - In Italia finalmente si respira un clima più favorevole per quanto riguarda le relazioni interculturali e la multiculturalità. Questo è quello che emerge dal sondaggio realizzato per il Rapporto Annuale 2013 dell’Istat. La quasi totalità degli intervistati ritiene che ogni persona debba avere il diritto di vivere serenamente nel paese che ha scelto, e si professa felice di poter assistere a uno scambio di culture che non fanno altro che accrescere il patrimonio umano di ognuno di noi.
Esiste però un 20% della popolazione italiana che invece ha posizioni di forte chiusura nei confronti degli immigrati. Una percentuale del 21,7% dichiara inoltre un’opinione negativa soprattutto su un aspetto della società multiculturale, quello inerente l’aumento di matrimoni tra persone non aventi la stessa cultura e la stessa provenienza. Questo è un indicatore molto significativo per il processo d’integrazione tra immigrati e autoctoni e un argomento che viene discusso proprio in questi giorni dal governo italiano. Su questo punto inoltre, metà della popolazione decide di non prendere posizione.
Un ruolo rilevante a favore della multiculturalità è giocato dall’area di residenza geografica e nondimeno dall’età. Infatti, i giovani sono molto più aperti al cambiamento rispetto agli oltre 65enni, che invece sono spaventati dall’arrivo degli immigrati e dall’incremento che stanno avendo le unioni miste. Ma coloro che esprimono un parere negativo, sono anche quelli che magari hanno un titolo di studio basso e che abitano nelle zone del nord-est e del Mezzogiorno.
Nonostante questo però c’è da dire che sia tra gli italiani che tra gli immigrati, nonostante la crisi economica, non ci sono particolari lamentele sulla qualità della vita nel nostro paese. Molti italiani, sono anche contenti del supporto degli immigrati, perché svolgono quelle mansioni che gli italiani non vogliono fare, mandando avanti, anche se a fatica, l’economia nostrana.
Lunedì, 27 Maggio 2013 - Alessia Rigoli