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Schengen, approvate nuove regole sull'immigrazione

Le tre maggiori istituzioni europee hanno finalmente raggiunto un accordo sulle regole che potranno migliorare l’area Schengen. L’accordo per entrare in vigore, deve essere formalmente confermato tanto dal Consiglio Ue quanto dal Parlamento - Sull’esecuzione di queste regole, l’agenzia Frontex, condurrà periodicamente un’analisi per verificare che tutto si svolga appunto correttamente. Se dovessero verificarsi degli errori o dei problemi, in questo caso, la Commissione potrà ripristinare anche se per un tempo limitato i controlli di confine. Le stesse regole varranno sia per i paesi che già fanno parte dell’aerea, sia per quelli che ambiscono a diventarlo come Romania e Bulgaria. La novità, è che saranno previsti anche controlli a sorpresa. Se il paese interessato non riuscisse a mantenere i suoi obblighi, e continuasse ripetutamente a violare le regole, allora in quel caso trascorsi tre mesi, sarà Bruxelles stessa a proporre agli stati vicini di chiudere le frontiere definitivamente. Inoltre se ci dovessero essere minacce per la sicurezza interna sia prevedibili che imprevedibili, come in caso di attentato terroristico, allora sarà possibile prevedere la chiusura immediata delle frontiere.

L’accordo raggiunto è sicuramente un grande risultato, perché permette di muoversi in libertà all’interno dell’area e non solo. Schengen è finalmente diventato un sistema europeo, con la Commissione che ne assicurerà ovviamente il perfetto funzionamento. Questa decisione è anche importante perché previene la reintroduzione dei controlli di frontiera per scopi politici, fatti ad esempio da Sarkozy e Berlusconi nel 2011; questo tipo di atteggiamento manda messaggi sbagliati e principalmente non garantisce la libertà di movimento dei cittadini. Francia e Italia, infatti, arrivarono ai ferri corti, con Parigi che aveva reintrodotto i controlli a Ventimiglia, e con Roma che aveva polemicamente risposto distribuendo permessi di soggiorno. La questione era nata per l’arrivo di ondate di clandestini tunisini in Italia, all’inizio della primavera araba. Un accordo di principio fu trovato solamente nel 2012.



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Lunedì, 3 Giugno 2013 - Alessia Rigoli


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