Un'Italia meticcia richiede un nuovo ius soli
Modificare la legge sulla cittadinanza per favorire l'integrazione - Le polemiche a distanza di questi giorni tra la Lega Nord e il ministro per l'integrazione non si placano, forse più che di polemiche dobbiamo parlare di un modo diverso di intendere la realtà italiana. La Lega tende a difendere quella fetta di elettorato che rappresenta, un elettorato che mal digerisce per certi versi l'immigrato, figli di una idea che è quella dell' appartenenza territoriale.
Possiamo oggi in Italia pensare che una visione delle cose come quella dell'appartenenza territoriale sia ancora valida? La realtà italiana parla ormai una lingua e una cultura multietnica che non si può negare. Proprio per questo motivo forse la realtà e il modo di vedere la legge devono cambiare, l'Italia è cambiata e parla sempre di più un linguaggio che è multiculturale e multietnico, il ministro per l'integrazione parla di questo.
Padova è la città nella quale il ministro ha parlato nel corso di una iniziativa pubblica, il liceo Cornaro di Padova è stato il luogo nel quale parlare dello ius soli in un'ottica nuova, se l'Italia cambia anche le leggi devono cambiare. Un immigrato regolare nato in Italia e che vive secondo il costume e le tradizioni della nazione nella quale è nato ha tutto il diritto ad essere considerato italiano, se questo paese ormai è meticcio che senso ha parlare ancora di uno ius soli di soli italiani?
L'Italia di oggi parla di una nazione che ha molte culture al suo interno, questa è una innegabile realtà che va non solo riconosciuta ma anche in un certo senso valorizzata come una ricchezza. Non possiamo però pensare di dare alle persone una nazione nella quale devono vivere rispettando le leggi, senza farli sentire cittadini di quella nazione medesima, rispettare le leggi vuol dire anche avere dei diritti. Il confronto politico tranne il no deciso della Lega è in questo momento a favore di una revisione di tale norma, una legge che cambi riconoscendo il mutamento che è in atto nel paese stesso.
Segno di evoluzione e rispetto verso tutte le persone che in Italia nascono, a discapito della propria religione o tradizione.
Martedì, 11 Giugno 2013 - Alessandro Baldini