Lombardia, niente al pediatra per i bambini extracomunitari irregolari
La Regione non ha firmato l'accordo che prevedeva l'assistenza sanitaria anche ai cittadini senza permesso di soggiorno - I bambini extracomunitari o figli di immigrati senza permesso di soggiorno che sono nati o vivono nella Regione Lombardia non hanno diritto all'assistenza sanitaria di un pediatra. E' quello che è emerso dalla contradditoria normativa regionale guidata dal leghista Roberto Maroni e per questo a breve si inizierà una discussione per avviare una mozione tale da modificare tale normativa. Almeno è quello che si augurano le le associazioni in difesa degli immigrati "Avvocati per niente", "Naga" e "Asgi" che hanno segnalato questa situazione.
Si tratterebbe infatti di una grave violazione del principio di parità di trattamento tra minori che costituisce discriminazione perchè secondo l'attuale normativa regionale i minori in Lombardia non hanno diritto al pediatra di famiglia, distinzione basata esclusivamente sulla condizione di regolarità o irregolarità dei genitori che è assolutamente inammissibile. Secondo le associazioni coinvolte la “La Regione non assegna il pediatra di famiglia solo perché non la ritiene la modalità migliore per assistere i figli degli irregolari” e punta invece a farli assistere al Pronto soccorso o negli ambulatori Asl.
Di fatto c'è uno scontro giuridico in atto, perchè la Regione Lombardia non ha firmato l'attuazione dell'accordo tra Stato e Regioni lo scorso dicembre che dava indicazioni proprio sulla corretta “gestione sanitaria delle popolazioni straniere”. Il documento prevede l'iscrizione obbligatoria al servizio sanitario dei minori a prescindere dal possesso del permesso di soggiorno dei genitori e quindi di fatto la Regione Lombardia ha volutamente negato tale iscrizione ai bimbi.
La cosa più importante è quella di garantire l'assistenza sanitaria a tutti a prescindere dal colore della pelle, dalla religione o dal possesso o meno del permesso di soggiorno e per questo adesso la Regione dovrà prendere una decisione definitiva.
Lunedì, 23 Settembre 2013 - Andrea Parisi