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Bambini apprendono più lentamente se c'è uno straniero in classe

Uno studio dimostra come sia necessario fin dalle prime classi procedere con diversi percorsi di apprendimento - Spesso nei dibattiti politici si è parlato di come l’immigrato rappresenti non un peso ma una risorsa, molto importante è il rispetto di una cultura differente e che da questo punto di vista faccia in modo tale che ci sia maggiore integrazione? Tuttavia ora bisogna fare una premessa importante, parlare oggi di immigrazione intesa come una risorsa, parlare di integrazione è parlare di qualcosa che sta nella realtà concretizzando oppure al contrario è un sogno lontano?

Nella scuola italiana invece le cose stanno in maniera diversa, parlare di uguaglianza e integrazione vuol dire per prima cosa ragionare in termini differenti, un bambino immigrato inserito in una classe italiana ha delle difficoltà? Certamente è vero che se il bambino immigrato ha delle serie difficoltà di comprensione della lingua italiana nel suo complesso ha poi degli evidenti problemi nella comprensione della materia e di quello che gli viene chiesto di fare.

Alla luce di questo bisogna veramente interrogarsi e capire come effettivamente si può aiutare un bambino immigrato con degli evidenti problemi di comprensioni a integrarsi, resta un problema fondamentale. In una scuola dove le risorse mancano e anche dove gli stessi insegnanti in più di una occasione sono demotivati a risolvere problemi, diventa difficile pensare di poter portare un bambino che ha dei problemi di comprensioni a livelli degli altri.

Possiamo pensare che questo sia possibile nella misura in cui si lascia un attimo da parte il livello di apprendimento della classe intera per focalizzarsi sulle lacune del bambino, da questo punto di vista è innegabile pensare che la classe intersa possa avere un rallentamento. Nella teoria tutto è fattibile, nella pratica invece il livello di apprendimento di un bambino è diverso da soggetto a soggetto, per questo motivo è consigliabile fare una riflessione a 360 gradi, come può nel concreto una maestra che ha magari un totale di 22 bambini di cui 7 immigrati, creare delle soluzioni che facciano in modo tale che l’apprendimento di tutti non venga penalizzato?

Occorrerebbe creare dei percorsi diversi a seconda di quelle che sono le specificità di ogni bambino, difficile pensare che questo sia possibile nella scuola odierna.

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Giovedì, 3 Ottobre 2013 - Alessandro Baldini


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