Hockey: chi nasce in Italia può giocare con la nazionale
Lo Ius soli un sogno? Per la Federazione Italiana Hockey no - La politica parla di temi delicati e parla di come effettivamente sia necessario fare delle riforme serie che tengano conto di realtà mutate come quelle della immigrazione, bisogna anche dire che da questo punto di vista occorre fare una precisazione. Il tema della immigrazione è molto delicato e come tale dovrebbe fare i conti con molte volontà differenti, da una parte abbiamo certamente il diritto sacrosanto di tutte quelle persone che vogliono avere diritti uguali a quelli di coloro che vengono considerati italiani.
Un cittadino italiano è a tutti gli effetti una persona che gode di una serie di diritti inalienabili, tra i quali il diritto allo studio e il diritto alla sanità, fino a questo momento questi diritti sono stati riconosciuti a chi nasce in Italia da persone italiane.
Il diritto a essere definito italiano e non immigrato è legato al fatto che si nasca in questo stato e si sia figli di cittadini italiani e tutti gli effetti, l’immigrato magari nato nel nostro paese ma non da genitori italiani non è considerato tale. Un dibattito acceso da molto tempo, sul quale la politica si confronta da tempo, su questo tema c’è una accesa discussione che coinvolge molte forze politiche, un problema che riguarda anche il percepito comune.
La gente, le persone non hanno tanto paura del fatto che un immigrato divenga a tutti gli effetti italiano, il problema vero è che avvenga una equilibrata divisione tra diritti e doveri, un problema che ancora oggi risulta aperto. In questo senso lo sport sembra andare in una direzione differente, là dove la politica sostanzialmente rimane inerte e non fa quello che deve fare, lo sport vuole dare un segnale diverso e in questo senso cerca di colmare lacune che sono presenti nei nostri ordinamenti.
La FIH Federazione italiana di Hockey di Prato in questo senso fa un passo avanti e consente ai ragazzi figli di immigrati di partecipare ai campionati se nati in Italia, un segnale deciso che forse la società civile è più evoluta della politica.
Venerdì, 4 Ottobre 2013 - Alessandro Baldini