Casa e immigrazione, negli ultimi dieci anni sono aumentati i proprietari stranieri
La differenza però rimane per quanto riguarda i quartieri più affollati - Uno degli aspetti che sembra maggiormente essere rilevante nei processi di stabilizzazione della popolazione straniera riguarda la casa. Una indagine condotta dalla Fondazione Ismu sugli stranieri che abitano in Italia ha evidenziato aspetti interessanti. Dall’indagine condotta su un campione di persone che rappresenta circa un oltre un terzo del totale, tutti affermano che all’epoca abitava in alloggi di fortuna, in modo particolare presso il datore di lavoro o alloggi temporanei.
La medesima indagine condotta circa 10 anni dopo fotografa una situazione completamente diversa, una buona percentuale degli immigrati regolari intervistati ha una abitazione di proprietà e di questi una parte vive in alloggi in affitto. Sulla base dell’intervista il dato rilevante e significativo che emerge è quello legato alla percentuale di popolazione che vive ancora in condizioni precarie per quanto riguarda l’alloggio, dopo dieci anni la percentuale di questi è dimezzata.
In un arco temporale che è pari a 10 anni, la popolazione straniera che vive in un alloggio di proprietà e che contribuisce attivamente a ingrossare le fila di quelle persone che contribuiscono a rendere vitale il mercato degli immobili. Le differenze in termini di abitazioni rispetto alle situazioni italiane riguardano la qualità degli alloggi che occupano gli immigrati regolari rispetto agli italiani, gli stranieri abitano in alloggi maggiormente affollati e in quartieri più popolari.
Allo stesso modo le persone che possiedono una abitazione di proprietà variano a seconda della loro provenienza, nel caso degli italiani parliamo di una percentuale che arriva fino al 71% , nel caso delle famiglie italiane. Queste abitano in una abitazione di proprietà della famiglia, nel caso degli immigrati invece la percentuale arriva al 23%, un segnale che parla ancora di una serie di dislivelli legati alla qualità di vita degli uni e degli altri.
Lo studio mette in evidenza come il disagio degli immigrati nel decennio 2001/2011 sia notevolmente diminuito, mettendo in luce un quadro di progressiva stabilizzazione, restano tuttavia delle disuguaglianze di reddito e di ricchezza non comprensibili.
Mercoledì, 9 Ottobre 2013 - Alessandro Baldini