Richiedenti asilo, tribunale UE stabilisce che l'Italia non è un paese sicuro
La sentenza di Francoforte determina come siano pessime le condizioni dei richiedenti asilo in Italia - L’Italia è un paese nel quale l’immigrazione come fenomeno di massa è esplosa da molto tempo, difficile fare delle valutazioni su come questo viene gestito, spesso piovono critiche ma è anche vero che i mezzi a disposizione non sono adeguati. Pensare di poter avere una strutturazione tale in grado di accogliere gli immigrati è difficile, mancano i fondamenti che parlino non solo di prima accoglienza ma anche di transito sul territorio italiano.
Per questo motivo molte volte nascono polemiche che sono la diretta conseguenza di carenze strutturali presenti su suolo italiano, i centri di prima accoglienza non possiedono i requisiti minimi per garantire una prima fase adeguata.
In molti casi si tratta di strutture improvvisate e messe su come semplice fenomeno contenitivo, una sorta di prima barriera per riuscire poi a identificare le persone presenti e capire da dove arrivano e dove vogliono andare. Spesso non si parla del fatto che l’Italia è semplicemente una zona di transito, non tutti gli immigrati che approdano sulle nostre coste hanno in mente di voler rimanere in Italia, hanno invece in mente di recarsi verso altri paesi.
Le mete più diffuse e nelle quali gli immigrati vorrebbero andare sono magari la Francia e la Germania, in questo senso è emblematica la decisione del tribunale di Francoforte con una sentenza pubblicata nel mese di luglio. La vicenda narra di un immigrato afghano di 24 anni che era prima transitato nella zona della Puglia ed era stato sottoposto al prelievo forzato delle impronte, questo avveniva mentre si trovava in ospedale.
Successivamente la persona aveva raggiunto la Germania, dove aveva chiesto di l’istanza di protezione internazionale, tuttavia si era rilevato che l’immigrato era transitato in Italia e qui aveva già presentato un'altra richiesta e in questo senso si era predisposto che la domanda fosse valutata nel paese di transito.
Un ricorso al tribunale amministrativo di Francoforte ha escluso la possibilità di un trasferimento forzato in Italia, tra le motivazioni anche il prelievo forzato delle impronte digitali.
Venerdì, 11 Ottobre 2013 - Alessandro Baldini