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Fuga degli immigrati, lo Stato incassa 87 mln di Irpef in meno

La crisi economica ha spinto migliaia di stranieri a far rientro nel proprio Paese o ad emigrare in altre nazioni. E lo Stato italiano ne paga il conto - La pesante crisi economica che da qualche anno a questa parte ha coinvolto l'Europa intera, ed in particolar modo i paesi del Mediterraneo, ha cambiato quelli che erano gli scenari passati. Soprattutto in Italia, dove le conseguenze di tutto ciò non si sono riflesse solo sull'impoverimento generalizzato delle famiglie italiane, quanto anche su altri ambiti del vivere comune.

Già, perchè è stata proprio la crisi economica la ragione per la quale nel 2011 ben 32mila stranieri hanno deciso di abbandonare il Belpaese in vista di economie più floride della nostra, o che magari hanno seguito l'intenzione di ritornarsene a casa sconfitti dall'obiettivo di vedersi realizzati in Italia.

I dati, forniti dalla fondazione Leone Moressa in occasione del suo Rapporto annuale sull'economia dell'immigrazione 2013, rivelano uno scenario alquanto inquietante: l'emigrazione verso altri lidi degli stranieri sino ad allora residenti in Italia, ha provocato un mancato incasso erariale di 86 milioni di euro che sarebbero stati versati sotto forma di Irpef.

Attualmente gli immigrati lavoratori rappresentano una comunità di 2,3 milioni di persone, ovverosia il 10,1% della forza lavoro italiana. Grazie al loro impiego, gli stranieri notificano al fisco ben 43,6 miliardi di euro (pari al 5,4% del totale dichiarato), mentre di Irpef contribuiscono alle casse statali con versamenti da 6,5 miliardi di euro (4,3% del totale).

Tuttavia la crisi economica ha colpito anche quelli che hanno deciso di rimanere in Italia: tra il 2008 e il 2012 il numero di disoccupati stranieri è aumentato di 221mila unità, coinvolgendo per lo più la forza lavoro originaria del Marocco e dell'Egitto.

Unico dato in controtendenza è quello legato al lavoro femminile domestico, meglio conosciuto come il "fenomeno delle badanti": questo settore ha vissuto un importante sviluppo ed ha saputo reggere al terremoto della crisi. Per buona pace delle badanti filippine, polacche e moldave!

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Lunedì, 14 Ottobre 2013 - Cosimo Laneve


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