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Immigrazione e asilo, normative europee a confronto

Come funzionano le altre legislazioni sull'immigrazione - La tragedia che è avvenuta in questi giorni a Lampedusa ha chiaramente messo in luce i limiti di quello che è il sistema di accoglienza italiano, per quanti sforzi si possano fare per fare in modo tale che si aiutino, non basteranno mai per adeguarsi al flusso migratorio. Il barcone si è ribaltato e nel mare sono morte circa 235 persone, l’Italia ha fatto del suo meglio, tuttavia per quanti sforzi possa avere fatto, certamente l’Europa non ha dato un contributo in questo senso, lasciando l’Italia da sola.

Proprio alla luce di tutto questo oggi si fanno delle valutazioni, l’Europa ha promesso in questo senso di dare maggiore spazio ai problemi italiani sull’immigrazione, rendendosi conto che non è solo un problema italiano.

Vediamo ora nel dettaglio quali sono le norme sull'immigrazione che i singoli paesi hanno in merito a questa materia, le differenze ci sono a testimonianza del fatto che nel corso degli anni le cose non sono cambiate.

Partiamo dalla Francia: sono state fatte alcune recenti riforme che hanno come obiettivo quello di creare una immigrazione adattata al contesto economico. I permessi sono di due tipi; uno temporaneo della durata massima di un anno legato alla situazione dello straniero, uno decennale rinnovabile, in questo caso occorre avere la residenza da almeno 5 anni, avere ottenuto il contratto di accoglienza e integrazione che prevede una formazione linguistica e civica.

Inghilterra: i flussi migratori sono regolati da un sistema a punti che ha come principale obiettivo quello di favorire l’ingresso di cittadini qualificati.

Germania: questa nazione ha avuto in passato politiche legate alla immigrazione piuttosto restrittive, in questi ultimi anni la mancanza di lavoratori qualificati e le previsioni demografiche future hanno di fatto introdotto dei cambiamenti nella legislazione, diventata piuttosto elastica.

Spagna: in questo paese abbiamo permessi di soggiorno temporanei fino a 90 giorni,  abbiamo anche permessi più lunghi variabili dai 90 ai 5 anni e quelli permanenti per chi ha soggiornato in questo paese almeno per 5 anni.

Olanda: questo paese ha una idea piuttosto precisa ed è quella di limitare il flusso migratorio in maniera decisa e netta, per questo motivo abbiamo un test di lingua, una tassa pari a 350 euro, una prova di integrazione per saggiare la conoscenza dei valori e della cultura del paese. Stranieri provenienti da paesi non Ue, devono dimostrare di avere sufficienti mezzi economici per poter dimorare nel paese.

Grecia: un paese fortemente criticato per una politica sulla immigrazione che è confusa e di difficile interpretazione, i permessi sono divisi in due categorie, quello di soggiorno breve e quelli superiori ai 3 mesi.

Austria: un paese che ha applicato una legislazione sulla immigrazione piuttosto restrittiva, in questo senso i permessi per cittadini non residenti in Ue devono essere richiesti di persona e all’Estero, occorre avere sufficienti mezzi per finanziarsi e una assicurazione sanitaria valida in Austria.

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Lunedì, 14 Ottobre 2013 - Alessandro Baldini


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