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Eurosur, a dicembre sarà attivo il sistema di sorveglianza delle frontiere esterne Ue

Gli stati europei otterranno la condivisione dei dati e d'intelligence di varie autorità in tempo reale - Combattere l’immigrazione clandestina è oltre che un dovere una responsabilità sociale, infatti il problema non è solo quello della difesa ad oltranza delle frontiere per evitare fenomeni di immigrazione clandestina. Il problema è anche quello di cercare di tutelare tutte quelle persone che di fatto sono immigrati clandestini e hanno magari pagato dei soldi per arrivare in un paese, disperati alla ricerca di un futuro migliore che non sempre trovano.

Dal 2 dicembre verrà utilizzato Eurosur, un sistema di sorveglianza di tipo elettronico che dovrebbe di fatto combattere in maniera più efficace quel fenomeno di immigrazione clandestina, un fenomeno che in questi anni ha avuto un pericoloso picco. Lo scopo di Eurosur è quello di creare i presupposti per una maggiore integrazione delle informazioni presenti inerenti ai flussi migratori, questo nell’ottica di poter in futuro prevenire queste forme di immigrazione stessa.

L’Italia finalmente viene inserita in un contesto di tipo europeo, una zona del mondo quella italiana molto più sensibile ai flussi migratori rispetto a zone dell’Europa meno esposte e per questo motivo da tenere maggiormente monitorata. Il motivo di questo sistema integrato di informazioni è evidente, in primo luogo le autorità di frontiera potranno tra di loro scambiarsi un flusso di informazioni adeguato relativo a quelli che sono i movimenti sulle zone di frontiera.

Bisogna ovviamente anche parlare di un maggior coordinamento e anche di una maggior grado di percezione di quella che è la realtà italiana rispetto ad un problema come questo che da noi più che in altri paesi è maggiormente sentito. Un altro discorso molto importante è quello legato alla classificazione delle frontiere rispetto a quello che il livello di impatto dei flussi migratori, in questo senso bisogna anche dire che l’Italia più di altri stati è una zona particolarmente sensibile a questo problema.

Una ulteriore dimostrazione di come il problema a tutti gli effetti sia finalmente sentito e percepito anche dai partner europei.

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Venerdì, 25 Ottobre 2013 - Alessandro Baldini


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