Calcio, la squadra di Rosarno fatta da immigrati africani
La squadra del Koa Bosco ha fatto l'esordio nel campionato di terza categoria di calcio - Quando si parla di belle storie, è ovvio pensare sono tutte a lieto fine. Questa volta però vi parlerò di una storia che comincia con un lieto evento: si tratta dell'esordio nel campionato di terza categoria girone G di calcio della squadra del Koa Bosco costituita da trenta ragazzi africani, che parteciparono nel 2010 alla rivolta contro gli sfruttatori dei campi di Rosarno.
E' infatti risaputo che la maggiorparte di loro provengono da Paesi in cui vengono meno tutte le condizioni minime di sopravvivenza: guerriglie urbane, persecuzioni personali anche in base alla religione, insomma situazioni molto difficili.
La provincia di Reggio Calabria negli anni scorsi si è resa protagonista di faccende spiacevoli con rivolte urbane a seguito del ferimento di due immigrati da parte di sconosciuti. Da li un escalation di scontri che sono durati quasi tre giorni tra gli immigrati sfruttati e i loro capi, facendo di fatto rimbalzare alle cronache gli episodi come atti di "pulizia etnica". L'allora Ministro dell'Interno Roberto Maroni dichiarò come la rivolta fosse il risultato di una politica di forte tolleranza verso l'immigrazione clandestina e per questo fu aspramente criticato.
Ma dalla volontà di don Roberto Meduri, sacerdote della parrocchia Sant’Antonio da Padova situata nella contrada Bosco di Rosarno, è nato il progetto della squadra di calcio che ha visto la partecipazione al campionato di terza categoria regionale della squadra. Un segno importante di "vera" integrazione nella società, perchè ha coinvolto tantissime persone che hanno curato tutti gli aspetti logistici ed economici.
Martedì, 12 Novembre 2013 - Andrea Parisi