Permesso di soggiorno a rischio per un cittadino straniero malato
Il paradosso della dimostrazione di un reddito a discapito di un male da curare a tutti i costi - Spesso si sottolinea come l’immigrazione sia un fenomeno complesso che tocca a tutti gli effetti sia il piano personale, sia il piano della realizzazione di una persona, per questo motivo è una materia delicata da trattare. Delicata non solo da trattare ma anche da regolamentare, per questo motivo spesso si parla del fatto che in qualsiasi modo si cerchi di regolamentarla, sul piano legislativo in favore di una maggiore elasticità che favorisca l’integrazione o al contrario con norme più rigide, il risultato non renda contenti tutti.
Tuttavia alcune volte le storie superano di gran lunga qualsiasi tipo di fantasia, andando palesemente in contraddizione con le norme che regolano in tal senso la materia, infatti quando subentra il fattore salute andrebbero fatte valutazioni diverse. Eraldo Hazizaj è un ragazzo albanese di 19 anni malato di leucemia da molto tempo, arrivato in Italia quando era minorenne, con il fratello maggiore lotta da anni con questo male per cercare di stare meglio.
Le strutture in Albania in questo senso non possono garantire lo stesso livello di assistenza con il quale attualmente è in cura, il ragazzo si trova attualmente al San Gerardo di Monza, tuttavia il paradosso in questione è proprio legato alle norme che regolano il permesso di soggiorno.
Infatti per avere il permesso di soggiorno bisogna poter dimostrare di avere un lavoro, tramite un amico Alessio De Mercato che insieme alla famiglia lotta da quattro anni per farlo rimanere in Italia, Eraldo aveva una occupazione. Infatti al compimento del 18 anno d’età, il suo amico e il fratello di Eraldo Gentian, sono riusciti a rilevare una pizzeria di Kebab a nome suo, un modo per aiutarlo a rimanere in Italia e potersi nello stesso tempo curare.
Il ragazzo ha potuto lavorare nella pizzeria a brevi intervalli, fino a quando la sua precaria salute gliel’ha consentito, nel momento in cui le sue condizioni di salute si sono aggravate ed è mancato dalla pizzeria per mesi, Alessio de Mercato e il fratello non hanno potuto garantire la continuità lavorativa della pizzeria.
La pizzeria in un momento di crisi ha iniziato a non lavorare più, gli amici e i familiari coinvolti nella iniziativa neanche, con il tempo è stata chiusa, con un lavoro e un tesserino sanitario riesce a garantirsi le cure, ora che tutto questo non c’è più e gli amici non sono in grado di far fronte alle necessità economiche del ragazzo, come potrà pagarsi le cure e rimanere in Italia?
Una storia drammatica che fa riflettere e va molto al di là delle valutazioni sull’immigrazione.
Lunedì, 25 Novembre 2013 - Alessandro Baldini