Pubblico impiego, l'accesso ai bandi anche per i familiari dei rifugiati e ai possessori di Carta Blu
Discriminatorio il bando di selezione per un posto di tecnico di laboratorio - Nell'aprile del 2013 l'Università degli Studi di Firenze ha indetto un avviso di selezione per un posto di Area tecnica da destinare al laboratorio e tra i requisiti di partecipazione era indispensabile avere la cittadinanza italiana o di un altro Paese dell’Unione Europea. Per questo motivo l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione ha proposto ricorso perchè l'esclusione dei cittadini extracomunitari dalla partecipazione al bando viola il principio di parità di trattamento dei lavoratori nell'accesso al pubblico impiego.
E' infatti risaputo come alcune sentenze europee abbiano condannato le varie amministrazioni nazionali (soprattutto quella italiana) a rivedere i canoni di selezioni di impiegati pubblici, a ragione della natura discriminatoria dei bandi. L'ordinamento comunitario in questo caso è molto esplicito e ha a espressamente previsto l'accesso al lavoro ed all'istruzione in condizioni di parità con i cittadini comunitari, in particolare, i familiari del cittadino dell’Unione Europea, i cittadini di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno CE per lungo soggiornanti ed i rifugiati politici.
La richiesta dell'Asgi è stata quella di riaprire il bando, perchè l'Associazione si era attivata solo dopo la scadenza dello stesso e ha invitato l'Università a riaprire i termini per consentire la partecipazione dei lavoratori extracomunitari.
Vedi l'ordinanza del 23 gennaio 2014 del Tribunale di Firenze
Il tribunale di Firenze con la sentenza del 23 gennaio 2014, ha di fatto ampliato questo diritto anche ad altre categorie di stranieri che sono previste dalla normativa di settore, ed in particolare ai familiari del rifugiato soggiornanti in Italia (che godono del medesimo status dei rifugiati ai sensi dell'art. 22 comma 2 d.lgs. 251/2007), e ai titolari di carta Blu UE.
Venerdì, 31 Gennaio 2014 - Andrea Parisi