Il Governo si divide tra il decreto 'svuota carceri' e la chiusura dei Cie
L'Italia deve adeguarsi alla normativa europea entro il 28 maggio 2014 per evitare gravi sanzioni - Il nuovo decreto svuota carceri che è stato approvato alla Camera non senza polemiche ha il compito di diminuire la popolazione carceraria ed evitare una multa salatissima da parte dell'Europa. Ad oggi si tocca la quota di oltre 64mila detenuti e l'entrata in vigore del nuovo decreto potrebbe favorire l'uscita di una minima parte di questa immensa popolazione con una liberazione anticipata di 75 giorni invece dei 45 ogni sei mesi di buona condotta e se la pena è inferiore ai 18 mesi ci saranno maggiori facilità di accesso all'affidamento ai servizi sociali o alla possibilità di poter scontare la pena ai domiciliari.
Ma è fondamentale un passaggio importante. Gli stranieri che passano da un centro di identificazione ed espulsione al carcere per scontare la pena di immigrazione clandestina sono ormai troppi, e anche per questo si è cercato di lavorare per poter invece permettere alle autorità competenti tutte le operazioni necessarie per il rimpatrio dello stesso presso lo Stato di provenienza.
Sarebbe comunque meglio chiudere definitivamente i CIE perchè "sono costosi ed inutili". Così denunciano i numeri del Dossier Caritas/Migrantes che ogni anno pubblica i dati dell'immigrazione. Dal 1998, anno di nascita delle prigioni per immigrati irregolari, al 2012, "su 169.126 persone internate nei centri tra il 1998 e il 2012, sono state soltanto 78.081 (il 46,2 per cento del totale) quelle effettivamente rimpatriate". Questa inefficienza costa cara anche alle casse statali: si parla infatti di 55milioni di euro l'anno.
Costi insostenibili anche perchè sono aumentati a dismisura i tempi di permanenza: si è passati dai 30 giorni della" Turco-Napolitano" agli attuali 18 mesi. La vera rivoluzione sarebbe la chiusura definitiva di questi centri di detenzione amministrativa e "l'identificazione e l'acquisizione dei titoli di viaggio degli stranieri pregiudicati potrebbe aver luogo durante la detenzione in carcere".
Il dibattito è aperto e non ci resta che attendere le prime risposte che verranno da parte del Governo comunque prima dell'ultimatum dell'Europa, che dovrà adeguarsi entro il prossimo 28 maggio.
Domenica, 9 Febbraio 2014 - Andrea Parisi