Cittadinanza, class action contro le domande di concessione senza risposta
Vittoria da parte del patronato Inca Cgil sui tempi di risposta della cittadinanza - Questa è la seconda class action in ordine temporale fatta a favore di chi chiede una risposta alla propria domanda di concessione della cittadinanza. E' infatti la legge n. 91 del 5 febbraio 1992 che stabilisce in due anni il tempo massimo di risposta e già una pronuncia del Consiglio di Stato e successivamente del Tar Lazio ha stabilito che non è possibile respingere una domanda di concessione di cittadinanza italiana oltre i termini previsti per legge, quindi superati i due anni dalla richiesta, l'Amministrazione deve concedere questo privilegio.
Questo è successo nel 2012 (sentenza n. 8859 del 29 ottobre 2012 Tar Lazio), e a poco meno di due anni di distanza Morena Piccinini, presidente dell'Inca Cgil, annuncia la vittoria del patronato, della Cgil e di Federconsumatori che hanno proposto insieme ricorso al Tar Lazio per conto di 109 richiedenti la cittadinanza italiana.
Oggi invece si festeggia una nuova conquista contro quell'Amministrazione che fa attendere anche 5 o 6 anni prima di dare una risposta e questo è davvero inaccettabile. Adesso si dovranno organizzare per bene, e dovranno riuscire a dare delle risposte in tempi accettabili e descritti dalla legge. L'unico passo avanti è stato fatto nel 2010 quando è stato reso possibile la visualizzazione on line dello stato di avanzamento della pratica, ma questo non è stato un impulso affinchè si avessero le risposte cercate.
Queste due sentenze sono la testimonianza reale di un Italia che sta cambiando e che vuole cambiare, riuscendo così ad entrare nel circuito del sistema chiamato Europa.
Martedì, 4 Marzo 2014 - Andrea Parisi