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Si al rinnovo del pds per lavoro autonomo anche con condanne penali

La sentenza specifica che è necessario prima controllare la pericolosità sociale dell'individuo - L'articolo 26 del Testo unico dell'immigrazione illustra quali sono i criteri per poter fare ingresso e soggiornare in Italia per lavoro autonomo. Nello specifico il comma 7-bis mette in risalto come condanne lievi che riguardano la tutela del diritto d'autore, possono far si che il permesso di soggiorno possa essere revocato o il rinnovo rifiutato. E' il caso di un cittadino extracomunitario da oltre 20 anni in Italia che si è visto rifiutare il rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro autonomo perchè qualche anno prima era stato condannato per violazione dell'art. 474 del codice penale e al pagamento di una multa di 4mila euro. Era infatti stato fermato dalla polizia a vendere occhiali da vista e caricabatteria per telefoni cellulari con marchio CE contraffato, ma questo, secondo la sentenza del Consiglio di Stato n. 1637 del 7 aprile 2014, non dovrebbe pregiudicare il rinnovo del suo permesso di soggiorno.

La Questura di Genova ha applicato alla lettera quanto riportato nel testo unico, mentre questa volta è stato il Consiglio di Stato, che in tutta ragionevolezza, ha optato per una più ampia visione della questione. Allineandosi alle recenti sentenze della Corte Costituzionale, il parere espresso da questa sentenza ha il sapore della vittoria, perchè altrimenti avrebbe potuto limitare un diritto fondamentale della persona, violando di fatto il principio di eguaglianza, perchè con pregiudizio di sarebbe applicata una norma in maniera sterile e senza prima valutare il caso del cittadino straniero.

Pertanto, anche se lo straniero è stato effettivamente condannato e multato per la violazione del diritto d'autore, questo non basta per rifiutare il rinnovo del suo permesso di soggiorno di lavoro autonomo, perchè si dovrebbe prima verificare con estrema attenzione la pericolosità sociale dell'individuo e poi decidere del suo futuro.

Di fondamentale importanza è stata la recente ordinanza n. 58 del 27 marzo 2014 della Corte Costituzionale, con la quale è stato ribadito che il diniego del permesso di soggiorno per lungo soggiornanti UE (ex carta di soggiorno), deve essere sorretto da un motivato giudizio di pericolosità sociale, ed in aggiunta si deve comunque verificare con cautela gli eventuali bisogni del cittadino insieme ai suoi familiari e l'inserimento nel tessuto socio-lavorativo, escludendo ogni automatismo in coseguenza di condanne penali riportate.

https://www.immigrazione.biz/upload/img-icona.pngVedi la sentenza n. 1637 del 7 aprile 2014 Consiglio di Stato

https://www.immigrazione.biz/upload/img-icona.pngVedi la sentenza n. 58 del 27 marzo 2014 della Corte Costituzionale

https://www.immigrazione.biz/upload/img-icona.pngVedi il comma 7-bis dell'art. 26 del Testo unico sull'immigrazione



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Giovedì, 24 Aprile 2014 - Andrea Parisi


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