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Caso Shalabayeva, Cassazione dichiara illegittimità dell'espulsione

La corte accoglie il ricorso della moglie del dissidente kazako Ablyazov, prelevata dalla polizia il 29 maggio 2013, contro una sentenza del giudice di pace - Poteva essere un caso come gli altri, ma la potenza mediatica della notizia è stata aumentata perchè sotto i riflettori ancora una volta è finita Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov che ha trovato rifugio a Londra e ricercato in patria per presunte truffe e vive oggi in carcere in Francia. Tutto nasce quando la stessa aveva lasciato il Kazakhistan e aveva fatto ingresso in Italia con un passaporto diplomatico contraffatto, ma senza fare richiesta di protezione internazionale, è stata trattenuta e rimpatriata con la figlia Alua grazie a un decreto del giudice di pace di Roma.

Secondo la sentenza n. 17407 del 30 luglio 2014 la Corte di Cassazione, la donna non doveva essere espulsa dall'Italia e il provvedimento di rimpatrio è stato viziato da "manifesta illegittimità originaria", così come illegittimo è stato il trattenimento di Alma Shalabayeva nel centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria a Roma. Un caso spinoso sin dall'inizio che neanche i massimi vertici del nostro Governo sono stati capaci di risolvere o quantomeno di gestire.

I giudici della Cassazione hanno dato dunque ragione alla donna e il Ministero dell'Interno è stato anche condannato a pagare le spese processuali. Un caso spinoso che ha fatto saltare alcuni equilibri tra i massimi dirigenti del Viminale dell'epoca. Uno fra tutti Angelino Alfano Ministro dell'Interno e che di fatto ha autorizzato l'irruzione di cinquata agenti della squadra mobile in un'abitazione di Roma dove la Shalabayeva e la figlia sono state prelevate. Si parla anche di un passaporto diplomatico emesso dalla Repubblica Centrafricana, che sarebbe stato giudicato falso, e dove i ministri dello stato africano avrebbero spinto per l'annullamento della validità, mentre si crede che le autorità kazake in Italia falsificarono il passaporto di Alua Ablyazov pur di forzare il rimpatrio, intervenendo con photoshop sull'originale.

Insomma un caso diplomatico senza precedenti avvenuto ancora una volta in Italia. Adesso però la Cassazione ha dato ragione alla Shalabayeva e adesso gode dello status di rifugiata politica in Italia assieme alla figlia Alua.



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Venerdì, 1 Agosto 2014 - a.p.


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