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Risparmi, dopo otto anni gli stranieri sono meno ottimisti

Le forme di guadagno gestito non hanno dato i propri frutti - La crisi degli ultimi anni ha portato a dei grandi cambiamenti nel tessuto sociale, con dei segni che difficilmente verranno cancellati in un futuro anche lontano. Un aspetto che emerge anche nel cambio di atteggiamento e apertura al futuro, con l'attitudine sempre più diffusa di una minore fiducia nei confronti dei concittadini, specialmente se appartenenti ad etnie diverse.

Questa volta però, i dati resi noti recentemente dall'Istat pongono in evidenza che a mitigare il proprio ottimismo riguardo a cambiamenti in meglio per il futuro sono gli stessi immigrati, che invece nell'analisi del Censis del 2006 avevano un atteggiamento molto più positivo.

Nel 2006 circa il 69,5% dei cittadini immigrati pensavano che nel prossimo futuro i redditi sarebbero aumentati, e di conseguenza anche una fetta molto ampia, circa il 41%, era convinta che ci sarebbe stata una crescita dei propri risparmi. La propensione al risparmio era abbastanza diffusa, con la destinazione di circa il 15% dei propri guadagni in forme di risparmio gestito, preferibilmente a basso rischio, ed un ampia diffusione di metodi di pagamento, con netta prevalenza dell'uso del bancomat (circa il 41%) e a seguire impiego di carte prepagate (vedi su http://www.cartedipagamento.com/carte_prepagate.htm le principali caratteristiche) e solo un 13% con carta di credito.

Inoltre, gli immigrati pur rimanendo meno insoddisfatti (si sono detti soddisfatti circa il 60% degli stranieri intervistati) degli italiani (la percentuale dei soddisfatti è di poco superiore al 35%) palesano sfiducia per un imminente miglioramento delle proprie condizioni, con la schiera degli ottimisti che rimane comunque superiore al 50% (che si è assottigliata di quasi 20 punti percentualidai dati Censis di otto anni fa). Ad essere ottimiste restano più le donne straniere, mentre, per le proprie condizioni lavorative, quelli che sono più soddisfatti sono i filippini ed i moldavi, mentre quelli meno contenti sono i cittadini ucraini ed i cinesi.

Sul piano della fiducia nei confronti del prossimo, il divario si assottiglia, pur rimanendo più favorevole ancora per i cittadini stranieri, i quali ritengono che gli altri siano degni di fiducia in misura di poco superiore al 27%, mentre per gli italiani ci si ferma al 21%.



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Giovedì, 11 Dicembre 2014 - Simona Lotta


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