Flussi stagionali 2015, ancora un flop del Governo
Ecco i numeri: 13mila posti disponibili, 29mila domande presentate, 2mila ingressi reali - L'ultimo decreto flussi per lavoratori stagionali è stato ormai etichettato come un vero e proprio "flop" da parte degli addetti dei lavori. Serviva per far arrivare manodopera da impiegare nel settore agricolo o alberghiero per pochi mesi, ma non è riuscito a soddisfare le esigenze di un'Italia che vuole ripartire.
Il vero problema riguarda le tempistiche. Infatti fin dallo scorso 5 maggio 2015 quando il Governo ha autorizzato l'ingresso di 13.000 unità (di cui 1.500 riservate per richieste di nulla osta stagionale pluriennale), e sono state inviate le istanze per permettere l'ingresso in Italia, sono sono sorti dei dubbi sulla riuscita, che oggi si sono rivelati certezze.
L'inefficienza della macchina burocratica che si occupa di ricevere e gestire le domande si è inceppata proprio quando serviva la manodopera per la raccolta nei campi. A fronte dei 13mila ingressi disponibili, a metà settembre, sono state presentate 29mila domande. Di quest'ultime sono stati rilasciati solamente 5mila pareri dalle Direzioni territoriali del lavoro e dalle Questure, mentre gli Sportelli Unici per l'Immigrazione avevano rilasciato solo 4.200 nulla osta all'assunzione.
Numeri davvero inaspettati, a cui fanno seguito i contratti di soggiorno davvero stipulati: solamente 2mila, quindi una percentuale minima rispetto sia alle domande presentate che ai posti realmente a disposizione.
A fare da contorno a questi dati inequivocabili, Roberto Magrini, responsabile politiche del lavoro di Coldiretti punta ancora il dito contro il Governo: "Dati davvero preoccupanti, così non si puo' continuare" e ancora "il decreto stagionali 2015 doveva uscire molto prima. Il nuovo decreto 2016? Credo che le domande di assunzione devono partire subito, non a primavera".
A questo punto, c'è da chiedersi chi sia il responsabile di questo fallimento, perché da una parte è evidente come l'Italia che lavora voglia ripartire, assumendo personale anche dall'estero, dall'altra però sembra esserci un freno costante a questa crescita, e nessuno più puo' permettersi che questi rallentamenti siano dovuti esclusivamente a problemi tempistici e burocratici.
Martedì, 10 Novembre 2015 - Andrea Parisi