Hotspots gravi violazioni dei diritti dei migranti
Comunicato stampa Oxfam, Asgi, A Buon Diritto - Le tre organizzazioni Oxfam, Asgi, A Buon Diritto, chiedono al Governo chiarimenti in merito alle procedure di trattenimento, identificazione e registrazione delle domande d’asilo dei migranti appena sbarcati, adottate nel Centro di Primo Soccorso e Accoglienza di Pozzallo in provincia di Ragusa.
La denuncia è contenuta nell'interrogazione parlamentare depositata dal Presidente della Commissione diritti umani del Senato, Luigi Manconi, con la collaborazione di Oxfam Italia, Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) e A Buon Diritto.
In particolare viene chiesto conto al Governo di quanto sta avvenendo all’interno del Cpsa (Centro di Prima Accoglienza per Immigrati) di Pozzallo (Ragusa), recentemente identificato come uno dei nuovi “hotspots” voluti dall’Unione Europea per rafforzare le procedure di identificazione dei migranti in arrivo. Diverse associazioni che lavorano sul territorio, nonché un recente report di Medici Senza Frontiere (Msf), hanno denunciato come ai migranti non siano fornite le informazioni necessarie per poter avanzare richiesta di protezione internazionale e sia impedito di uscire dalla struttura senza nessun intervento da parte di un giudice, come imporrebbe la legge non potrebbero essere trattenuti per più di 48 ore”, sostiene Elisa
Bacciotti, direttrice del dipartimento Campagne di Oxfam Italia. Il
diritto di asilo in questo modo viene completamente calpestato”. Interviste sommarie per distinguere tra richiedenti protezione internazionale e migranti economici, effettuate dalle forze di polizia a persone ancora sotto shock a causa del lungo viaggio e dei pericoli affrontati. Nessuna informazione circa la possibilità di richiedere protezione internazionale, diritto previsto dalla normativa per chi arriva sulle nostre coste spesso sfuggendo a situazioni di conflitti e violenza. Sono le irregolarità denunciate da Oxfam, Asgi e A Buon Diritto in merito all’operato degli “hotspots”, procedure che – sottolineano le organizzazioni - non sono attualmente previste dalla normativa comunitaria, pur essendo state annunciate dall’Agenda europea sull’immigrazione a maggio.
“La nuova procedura hotspots, che prevede il rafforzamento delle operazioni di identificazione e registrazione dei migranti tramite l’affiancamento di funzionari dell’Unione Europea accanto alle nostre forze di polizia, di fatto lede il diritto di chiedere protezione internazionale, non è prevista dalle norme comunitarie ed è certamente contraria a quelle nazionali– afferma Lorenzo Trucco, presidente dell’ASGI, e ormai sono centinaia i casi di c.d. “respingimenti differiti”: persone sbarcate sulle coste siciliane, spesso ancora traumatizzate dal viaggio e da quanto vissuto in Libia, sottoposte a sommarie interviste di cui non comprendono la finalità e infine oggetto di un decreto di espulsione senza che la loro situazione individuale venga minimante presa in considerazione”. “Abbiamo già inviato una lettera al Ministero dell’Interno,-continua l'avvocato Trucco, avanzando le nostre richieste per la tutela dei migranti arrivati sulle nostre coste. Dopo il report di Msf, questa interrogazione ci sembra un atto dovuto.”
Tratto da: oxfamitalia.org
Sabato, 12 Dicembre 2015 - oxfamitalia.org