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Istat. Per la prima volta in calo i cittadini non comunitari

Report Istat anno 2016 - Al 1° gennaio 2017 hanno un regolare permesso di soggiorno in Italia 3.714.137 cittadini non comunitari. A seguito delle variazioni procedurali e delle innovazioni nel trattamento dei dati, si sono potuti individuare in modo più efficace i permessi non più in corso di validità: questo fattore si è sommato al trend in diminuzione dei nuovi flussi e, complessivamente, si è registrato un calo di circa 217mila permessi tra il 2016 e il 2017. Una quota, pari a circa i due terzi di questa diminuzione è proprio attribuibile alle nuove procedure.

In realtà parte della diminuzione registrata tra il 2016 e il 2017 si è verosimilmente verificata nel corso di più anni. L’introduzione del permesso di soggiorno individuale anche per i minori - che in precedenza erano iscritti sul documento del genitore - ha consentito infatti di eliminare dalla banca dati alcuni documenti non più in corso di validità. L’utilizzo estensivo di altre fonti (vedi nota metodologica) ha inoltre consentito di cancellare anche individui maggiorenni che erano erroneamente registrati nell’archivio dei permessi di soggiorno. La diminuzione ha interessato in maniera più incisiva i soggiornanti con meno di 18 anni (minori -14,5%, adulti -2,6%).

Anche i permessi di lungo periodo diminuiscono di quasi 83 mila unità (-3,5%) passando da 2.338.435 a 2.255.481 sebbene continui ad aumentare leggermente la loro incidenza sul totale.
Si mantiene sostanzialmente stabile la quota di lungo-soggiornanti per le collettività di più antico insediamento in Italia, come marocchini e albanesi: rispettivamente 68,9% e 71,3%. Cresce invece la percentuale di permessi di lungo soggiorno per le cittadinanze dell’Est Europa (ucraini e moldavi) con quote che superano quelle dei marocchini. Si rileva un lieve incremento della quota di soggiornanti di lungo periodo anche per cinesi (51,0%) e Filippini (59,3%).

Le acquisizioni di cittadinanza nel 2016 hanno riguardato 184.638 cittadini non comunitari, il 16% in più del 2015. I permessi scaduti e non rinnovati sono stati circa 145.700, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Tra questi, quelli per richiesta asilo e altre forme di protezione rappresentano il 24,5%.

La diminuzione dei permessi di soggiorno non ha riguardato in maniera omogenea tutte le motivazioni; se i soggiorni per lavoro sono diminuiti del 21% quelli per richiesta asilo, asilo politico e altre forme di protezione internazionale sono aumentati del 21%.

Tutte le prime dieci collettività per numero di presenze hanno registrato una diminuzione tra il primo gennaio 2016 e il primo gennaio 2017. La flessione più rilevante interessa quelle di più antico insediamento come il Marocco e l’Albania che perdono rispettivamente 55.633 e 41.121 permessi. Per queste cittadinanze si registra, oltre che un rallentamento dei flussi in entrata a seguito del rilascio di nuovi permessi, una crescita delle “uscite” dal collettivo degli stranieri non comunitari dovute alle acquisizioni di cittadinanza italiana.

In generale si registrano diminuzioni di rilievo per i cittadini non comunitari provenienti dall’Europa (-75.707) e dall’Africa Settentrionale (-72.695). Al contrario gli aumenti più consistenti si rilevano per l’Africa Occidentale (+3.400, +9,5% in termini relativi).

Le donne, che sono state interessate dalla diminuzione dei permessi in misura leggermente maggiore rispetto agli uomini, rappresentano il 48,5% delle presenze. La componente femminile è molto variabile a seconda delle collettività considerate: prevalente per Ucraina (79,1%) e Moldova (66,9%), in netta minoranza per Bangladesh (27,2%), Pakistan (28,5%) ed Egitto (30,9%)-

Si registra una flessione dell’incidenza dei minori sul totale delle presenze: dal 24,2% del primo gennaio 2016 al 21,9% del primo gennaio 2017. La diminuzione è il risultato, oltre che del miglioramento della qualità dei dati ottenuta quest’anno, anche delle dinamiche che interessano la componente più stabile della presenza straniera, come la diminuzione della fecondità delle donne non comunitarie. Si deve inoltre considerare che nei nuovi flussi dovuti a motivi di asilo e protezione umanitaria si registra una bassa quota di minori. Come per la distribuzione di genere, anche nel caso di quella per età si riscontrano notevoli differenze tra le varie cittadinanze. La quota di minori sul totale delle presenze varia infatti sensibilmente a seconda delle collettività considerate: dal 30,9% per l’Egitto all’8,7% per l’Ucraina.

Report Istat anno 2016-2017


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Martedì, 31 Ottobre 2017 - istat.it


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