Il nuovo decreto immigrazione approvato al Senato
Il decreto ha modificato definitivamente i decreti Sicurezza c.d. Salvini - E' stato approvato al senato il decreto immigrazione che modifica definitivamente i decreti Sicurezza voluti da Matteo Salvini.
La nuova legge sull’immigrazione ha reintrodotto alcuni i meccanismi per l’accoglienza e dell’integrazione, coniugando le garanzie per i richiedenti asilo e immigrati.
Di seguito si riportano le principali modifiche al decreto immigrazione.
Ridotte sensibilmente le multe per le organizzazioni che salvano i migranti nel Mediterraneo, da un milione di euro con confisca della nave adesso saranno al massimo di 50mila euro, e le imbarcazioni non verranno più confiscate. Le sanzioni in ogni caso non scatteranno se le navi comunicheranno alle autorità italiane e a quelle del paese di appartenenza le loro operazioni di salvataggio.
Reintrodotta la protezione umanitaria - si chiamerà «protezione speciale», avrà la durata di due anni e potrà essere rilasciata ai richiedenti asilo.
E' stata allargata la casistica dei permessi convertibili in permessi per motivi di lavoro, tra questi; i permessi di soggiorno per protezione speciale, per calamità, per residenza elettiva, per acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi e per assistenza minori.
Non sono ammessi il respingimento o l’espulsione o l’estradizione verso uno stato qualora esistano fondati motivi che la persona rischia la tortura, trattamenti inumani e degradanti nel proprio Paese d'origine, ma anche la violazione della sua vita privata, come nel caso degli Stati in cui si viene perseguitati, ad esempio, se omosessuali.
Torna anche il sistema di accoglienza ed integrazione gestito dai Comuni, si distinguono in due servizi, di primo e secondo livello. Nel primo caso rientra l’accoglienza materiale, l’assistenza sanitaria, sociale e psicologica, la mediazione linguistico-culturale, i corsi di lingua italiana, e i servizi di orientamento legale e al territorio. Nel secondo: l’orientamento al lavoro e la formazione professionale.
Vengono ridotti i tempi di permanenza all’interno dei centri per rimpatri che passano da 180 a 90 giorni.
Cambiano i tempi d’attesa per la cittadinanza, che possono arrivare al massimo fino a tre anni.
Viene riconosciuto il diritto per i richiedenti asilo, inclusi i minori e i neomaggiorenni, di ottenere l’iscrizione anagrafica nonchè la carta d’identità valida per tre anni.
Le quote del decreto flussi per l’ingresso di cittadini stranieri non appartenenti all'Unione europea per motivi di lavoro potranno essere stabiliti sulla base delle esigenze reali del mercato del lavoro, e, in caso di mancata pubblicazione del relativo decreto di programmazione annuale, il presidente del Consiglio può emettere un proprio provvedimento in via transitoria.
Lunedì, 21 Dicembre 2020 - a.p.