Il sangue degli altri
Già da una decina d'anni il mondo del volontariato legato alla donazione del sangue,
constatata la crescente presenza di immigrati in Italia, ha avviato campagne
di sensibilizzazione finalizzate non solo a un loro coinvolgimento
nell'attività di donazione (e quindi all'incremento delle risorse emotrasfusionali),
ma anche alla conoscenza di culture diverse e del significato
antropologico attribuito al dono e al sangue. Secondo questa prospettiva,
la donazione del sangue da parte dei cittadini immigrati può essere letta
nei termini di una ricchezza, di un possibile incontro e di una
condivisione di valori tra individui che, senza distinzioni, si riconoscono
semplicemente nel ruolo di donatori.
In quest'ottica, l'Avis (Associazione
volontari italiani sangue) ha creato
al proprio interno un Osservatorio
per la cultura del dono del sangue
che, soprattutto dal 2007, ha provveduto
all'organizzazione di una serie
di iniziative e di progetti. Questi
sono rivolti, da un lato, alla conoscenza
dei "nuovi" cittadini, delle
loro abitudini e della percezione
di categorie affatto assolute quali
il sangue, la malattia, la salute, il
dono, la solidarietà e quant'altro
caratterizzi oggi l'attività oblativa,
gratuita e spontanea delle associazioni
che lavorano in questo ambito;
dall'altro, queste attività sono
finalizzate al coinvolgimento delle
comunità immigrate in progetti di
tutela e di educazione alla salute,
alla solidarietà e alla condivisione di
quei valori che fondano una società
civile, pluriculturale e multietnica.
Secondo l'Osservatorio, in Italia sono
circa 40mila i donatori stranieri. In Lombardia immigrato l'8% dei circa
300mila donatori abituali (ossia chi abbia donato almeno una volta negli ultimi due
anni). L'Associazione donatori del Policlinico di Milano passata per esempio dai 900
iscritti extracomunitari del 2006 ai 1.400 attuali. In Toscana, altra regione con una
forte tradizione di donazione del sangue, tra 2004 e 2006 sono raddoppiati i donatori
stranieri iscritti all'Avis (da 350 a 669) e tutto lascia credere che il trend stia proseguendo
su questa linea.
Alcuni fra i donatori stranieri si recano autonomamente nei centri di raccolta sangue,
ma la maggior parte aderisce a giornate comunitarie di donazione. I marocchini e i
romeni sono tra le comunità maggiormente attive in questo ambito, al punto che Avis
ha stipulato accordi internazionali sia con l'Associazione dei donatori di sangue del
Marocco sia con la Lega dei romeni in Italia, per garantire una reciproca sensibilizzazione
alla cultura gratuita, volontaria e duratura della donazione di sangue.
di Annamaria Fantauzzi - Avis nazionale - Tratto da "Popoli" n.02/09
11/02/2009